PSYCORAMA (PART 1)

Uno

Dammi la prova d’amore. Sai, io sono la più bella, la più desiderata al mondo. Immagina una Melissa P. della comunità montana. Perché io sono la più intelligente del mondo. Me lo diceva sempre, gemendo, un docente universitario freak-chic popolarissimo tra le ninfette. Sai, tutti i miei ex lo sognano ancora il mio ventre magico. Tranne uno ma quello è gay. Ri-affascinami. Ri-stupiscimi. Dammi la prova d’amore.

Per i prossimi cinque mesi andrò a letto con chi mi pare. Ma lo farò per demistificare il genere maschile, la sua intrinseca depravazione. Poi ci ri-fidanziamo. Ci sentiamo.

Due

No, io il ragazzo non ce l’ho, né ho alcuna intenzione di farmelo, perché sono innamorata di Andrea Manetta, uno dei proprietari e baristi dei locali notturni Vini e Oli e la Lampara, il Vincent Gallo pescarese.

Amo Andrea Manetta perché piace a tutte le mie amiche. Andrea Manetta piace sia alle diciottenni che alle compagne tardone e solo in minima parte incidono le sue gloriose basette. Ha un nome perfetto. Ci piace Andrea Manetta perché è magro, ironico, gentile, carismatico, flessuoso. Ha un’età indefinita.

Sabato gli ho lasciato un bigliettino dentro il piattino degli stuzzichini da aperitivo, un mosaico composto ritagliando vocali e consonanti dalle riviste “Rumore”, “Alias del Manifesto” e “La settimana della critica enogastronomica marxista-leninista”: c’era scritto “un mohito e un cunnilingus, please”.

Tre

Insomma Barbie stitica soffre di vari complessi dell’anonimato, e poi ha le labbra al pastello e gli occhi evaporanti. Barbie stitica a noi che visitiamo numerosi ma non morbosi il suo fotolog su Internet mostra le sue calzette giapponesi la sua collezione di Converse le sue magliette a strisce lei che fa le faccine al gatto lei cinque anni fa in Bretagna lei a cinque anni in Germania le sue bolle di sapone preferite. E quella volta che si incamminò, fece una cinquantina di metri, entrò in una lavanderia e ordinò un whisky liscio, ma poi si accorse che era appunto una lavanderia?  Come fare a conoscerla, a persuaderla. Certo, ha appena compiuto 17 anni. Cristo santo, noi ne abbiamo quasi il doppio. Ma secondo te sarebbe scandaloso innamorarsi di una 17enne? No, no che non sarebbe scandaloso. Solo bisognerebbe avere un approccio intelligente. Un approccio né morboso né malato. Danza sulle punte tra Bergman e Truffaut, Barbie stitica. E’ come Amelié nel suo meraviglioso mondo. E’ un’integrata irridente. E’.

Ha aggiornato il suo fotolog, ha messo una foto della sua scapola migliore!

Quattro

Perché alle due di notte regna una sinistra calma apparente in casa mia. Io mi sintonizzo sulla diretta televisiva con le pornodive di Diva Futura. Spero che non mi sentano i miei. Stanotte c’è Valentine Demy, una morona col corpo scolpito dal silicone e dal fitness senza istruttore. Compongo il numero 899-333-ecc. Trovo occupato. Valentine comincia a contorcersi attorno al palo della lapdance. In sottofondo “La regola dell’amico” degli 883. Si ingarra con un orsacchiotto di peluche. Squilla il telefono. Valentine si blocca e risponde. “Ciao amore. Da dove chiami?”. Dall’altro capo del filo una voce gutturale e strozzata. “Sono Gianni. Chiamo da Montesilvano”. L’ho riconosciuto. Mi insegnò alle scuole medie. “Amore che vuoi che faccio?”. Affanno, gemito. “Ti puoi girare di dietro?”. Valentine esegue. Affanno. Gemito. Svenimento. “Togliti le mutande”. Valentine esegue. Cade la telefonata. Compongo il numero 899-333-ecc. Trovo occupato. In sottofondo “Seven Nation Army” dei White Stripes. Valentine è nuda. Squilla il telefono. “Ciao amore. Da dove chiami?”. Dall’altro capo del filo una voce gutturale e strozzata. “Chiamo da Montesilvano”. Questa voce non mi è nuova. Valentine succhia l’anima di una fragola. “Sai io sono una pisicologa. Una bravissima pisicologa”. “Amore che vuoi che faccio?”. Affanno, gemito. “Mi fai vedere la tua micettina pelosa?”. Valentine esegue. Affanno. Gemito. Svenimento. L’ho riconosciuto. E’ mio padre.

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