Zeman alla Roma, e ok, questo non per scelta nostra. Al suo posto un ragazzo di sicuro talento, ma un po’ carneade delle panchine come Giovanni Stroppa, in curriculum una sola stagione da allenatore professionista, in prima divisione, coronata da una promozione travolgente? No, da un settimo posto. Perché proprio lui? Perché fa anche lui il 4-3-3.
Verratti, quasi ufficiale, l’erede di Pirlo, tesoro inestimabile del calcio italiano che verrà, venduto per poco alla Juventus.
Ciro Immobile al Genoa, e ok, anche questo non completamente per scelta nostra.
Due punti di penalizzazione, e in questo, ok, ok, non c’entriamo nulla.
Fin qui la strategia di mercato del Pescara, tornato dopo vent’anni nella massima serie, fin qui il marketing biancazzurro di serie A assomiglia pericolosamente a quello della Longobarda dell’ignaro Lino Banfi-Oronzo Canà.
Tornata in A per tornare in B.
Restata in A nonostante tutto, per miracolo tecnico e caratteriale.
Stroppa non si farà immolare, come Canà, e dimostrerà sul campo, con lo spettacolo e i risultati, di essere l’erede di Zeman?
E chi sarà il nostro Aristoteles?