ELOGIO DI SETTEMBRE

Mi piace settembre perché è un mese non urlato, non alterato, né tronfio né pacchianamente sgargiante, al riparo dai corsi e dai ricorsi delle imprescindibili mode. Persino l‘Immaginario-Standard – che noi, con i cervelli in trasferimento di chiamata permanente, alimentiamo e introiettiamo – si guarda bene dal varcarne la sfumata soglia. L‘imperativo dell‘azione abdica in favore della riflessione, della promessa di cambiamenti futuri; il culto dell‘ostentazione del fisico cede il passo alla possibilità delle idee. Tra la fine dell‘estate e l‘inizio dell‘autunno si è tutti più leggeri e più veri. Con le sue mezze tinte, la sua gentilezza, la sua malinconia, settembre è una sospensione introspettiva, un dolce strappo, una romantica distrazione. E‘ un‘ipotesi e non una tesi. Il tempo interiore si dilata mentre quello esteriore e sociale si restringe: la parola tempo libero smette di farsi automatico sinonimo di malinteso divertimento. Parzialmente, cessa il timor panico di “non godersi appieno la vita”. Momentaneamente, non si ha più vergogna di portarsi in giro i propri dubbi, le proprie ombre; di rallentare; di starsene a casa, se desiderato. A settembre vanno in vacanza i locali notturni; chiudono baracca le sagre delle pizze fritte più cabaret della casa; cala il sipario sui formidabili concerti estivi.

Perché la migliore musica è sempre venata di atmosfere soffuse, dolenti, rarefatte, nostalgiche, crepuscolari? Il fado, il tango, Nick Drake, i Pink Floyd… le migliori colonne sonore della nostra vita sono tutte state scritte in un settembre della mente. Perché restano impressi i film drammatici mentre le commedie scivolano, velocemente, via? Per non dire della letteratura: avete mai letto un romanzo folgorante ambientato a Ferragosto, a Riccione, durante un menheito di gruppo? Non c‘è mese più esistenzialistico, più agrodolce, di questo che sigilla l’estate e presagisce l’inverno.

Poi a settembre riaprono le palestre, e le discoteche e i discobar; ricominciano le partite di calcetto (si potrebbe organizzare un bell’incontro tra “solari” e “accigliati e cerebrali”); e il dibattito politico.

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