Antony voce, pianoforte; e con lui Steven Bernstein direttore musicale, trombone, trombone soprano, flicorno contralto; Julian Joseph pianoforte, organo elettrico; Douglas Wieselman clarinetto, clarinetto basso, sax tenore e baritono; Renaud-Gabriel Pion clarinetto basso, flauto basso, sax baritono, corno inglese; Leo Abrahams chitarra; Bradley Jones basso; Kenny Wollesen batteria, percussioni, vibrafono.
L’appuntamento è per lunedì primo luglio sera alle 21, nella Cavea dell’Auditorium “Parco della musica” di Roma,
per il concerto di Antony and the Johnsons (“She’s so Blue”): biglietti da 40 a 60 euro.
Antony è una delle espressioni più originali e sofisticate e struggenti della New York degli ultimi anni.
Uno chansonnier ipercontemporaneo, tra-i-generi.
Il suo primo album del 1998, intitolato semplicemente “Antony and the Johnsons”, fece dire a Lou Reed che mai un cantante lo aveva commosso così tanto.
Nel 2003 Reed gli chiede di reinterpretare “Perfect Day” per il suo album “The Raven” e lo invita ad esibirsi come membro della sua band nel tour in America e Europa. Laurie Anderson aggiunge “Antony è la cosa più raffinata che possiate ascoltare nella vostra vita”. Antony ha collaborato anche con Boy George, Rufus Wainwright, Bjork, i Matmos, Franco Battiato
e ha pubblicato quattro album:
“Antony and the Johnsons” (1998), il bellissimo “I Am a Bird Now” (2005) vincitore del Mercury Prize 2005, “The Crying Light” (2009) e l’ultimo “Swanlights” (2010).