I KRAFTWERK AL MoMA

La musica elettronica con la m e con la e maiuscola, laddove per certi versi tutto ebbe inizio, colonizza il Museo d’arte moderna più famoso del mondo: al MoMA (Museum of Modern Art) di New York, da martedì 10 aprile,  per 8 notti il pionieristico gruppo elettronico tedesco dei Kraftwerk sarà protagonista di una straordinaria installazione-concerto che rievocherà con musica e immagini i loro otto album più famosi, con tanto di grafica e spettacolo d’epoca, un disco per serata. Manna sintetica dal cielo per gli appassionati della leggendaria robotizzata band teutonica, e per i patiti degli eventi artistici iconoclastici.

I Kraftwerkfurono tra i primi, sul palco, a lasciar parlare in loro vece le immagini, adoperando spesso manichini al posto dei musicisti, e le suggestioni della prima computer grafica; o magari si trasformavano in cyborg che si muovono a scatti, o apparentemente immobili. Al MoMA risuoneranno classici poderosi come “Autobahn” del 1974, l’epocale “Trans Europe Express” del 1977, o anche il loro inno personalizzato per il Tour de France del 1983, tastiere e sintetizzatori in pedalata verso le vette più impervie dei Pirenei.

Fondato da Ralf Hutter e Florian Schneider (oggi 65enni) a Dusseldorf negli anni Settanta, al duo si aggiunsero presto due musicisti, un percussionista e un violinista. Antesignani della musica elettronica, il loro operato ha influenzato e indirizzato tutta la produzione musicale dagli anni Ottanta a oggi. Mica soltanto il look di Elio e le storie tese nel Sanremo de “La terra dei cachi“.

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