HANNO “AMMAZZATO” L’ARCI, L’ARCI E’ VIVA

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo documento che testimonia la riconquistata vitalità dell’Arci di Pescara.

«Il congresso dell’Arci di Pescara rappresenta una tappa importante nella storia dell’associazione.

È un momento di partecipazione e di discussione, di confronto interno e di dialogo con
gli ospiti di diverse organizzazioni sindacali, politiche, realtà associative, del

volontariato e del mondo produttivo.

Ma è stato anche il momento che ha portato al ricambio – secondo i termini previsti

dallo Statuto dell’associazione – degli organismi dirigenti .

Questo documento, che rappresenta la sintesi delle riflessioni emerse durante la fase

congressuale, parla di una associazione sana, diffusa sul territorio, articolata nelle
attività e nelle proposte.
In questo periodo di burrasca è importante che vi siano dei solidi approdi, dei luoghi di
riparo certi, dove le tante persone che hanno desiderio di mettere a disposizione della
collettività le loro idee, competenze, energie possano farlo sicuri del fatto di stare in
una casa con fondamenta solide e mura spesse e robuste.
Dentro l’Arci si muovono una quantità di esperienze, di proposte, di iniziative di
altissima qualità e di sorprendente varietà che occorre valorizzare in maniera
adeguata.

Durante la discussione è stato particolarmente apprezzato il passaggio del documento

congressuale nazionale in cui si definiscono i circoli come il cuore del progetto Arci.

Interpretare fino in fondo questa definizione significa da una parte – ovviamente –

garantire un’adeguata risposta alle esigenze sempre più stringenti che il mutare delle
norme e degli adempimenti amministrativi ci pongono: in questo senso possiamo dire
di svolgere già ora un’azione di ottimo livello.
Ma significa anche impegnarsi per fornire strumenti nuovi all’associazione, volti ad
interpretare la realtà che si muove sul nostro territorio.
Dobbiamo ad esempio cercare un metodo nuovo per stimolare i circoli a cercare tra di
loro punti di contatto e relazione che siano la base di un lavoro comune: lo schema
che prevede circoli tradizionali e circoli giovanili non è più in grado di fotografare in
maniera adeguata l’esistente, e non tiene conto della mescolanza che avviene nei
circoli tra attività diverse e spesso rivolte ad un corpo sociale non accomunato dal
dato anagrafico ma da gusti, passioni, interessi.

Una considerazione che deve stare alla base della nostra azione è quella di tentare

sempre di valorizzare la complessità che è la forza della nostra associazione, insieme
all’autonomia delle basi associative e soprattutto alla capacità di essere una realtà
dove si fanno tante cose e si possono trovare risposte concrete ad esigenze diverse.

Complessità vuol dire ricchezza, vuol dire però anche la necessità di fare sistema

perché non si riduca ad essere sommatoria di potenzialità che da sole valgono
infinitamente meno di quanto non sia quando si riesce a valorizzale insieme.

Abbiamo di fronte una stagione difficile, che però si può tramutare in una stagione di

grande crescita se sapremo raccogliere le sfide e farle diventare opportunità.

Questo vale tanto più a Pescara.

La città in questo momento vive un momento di crisi: un momento di crisi

amministrativa e politica. La politica vive un problema di rappresentanza e di
credibilità da parte dei cittadini.

L’Arci deve contrastare ogni tentativo di risposta di stampo populistico e demagogico

alla situazione che Pescara sta attraversando.

C’è bisogno che realtà come la nostra, luoghi di democrazia e partecipazione,
accrescano ancora di più la loro capacità di accogliere le energie positive che
provengono dal territorio, e la volontà di molti cittadini di mettere a disposizione degli
altri le loro idee, proposte, competenze.

Dobbiamo trarre dalla concretezza delle nostre attività e delle nostre proposte la forza

per poter promuovere la nostra autorevolezza anche a livello politico.

Nell’Arci è presente quell’alchimia tra buone pratiche, volontariato, sensibilità politica

che è sempre più difficile trovare.

Si tratta di ascoltare, dialogare e governare dei processi di cambiamento in senso

positivo, veicolando valori quali responsabilità, senso civico, appartenenza ad una
comunità.
Lavorando in questa direzione non sarà solo l’Arci a trarne beneficio, ma tutto il
“sistema” politico e sociale del nostro territorio.

 È chiaro che un’Arci che si occupi solo di servizi o di organizzazione di spettacoli non

assolve al suo compito in maniera adeguata.

Però il nostro fare quotidiano deve essere quello che dà vita alla nostra capacità di

essere autorevoli e davvero rappresentativi.

Ed essere rappresentativi vuol dire portare avanti le nostre istanze politiche con forza.

Pensiamo alla cultura.

Pensiamo al ruolo che la nostra associazione può avere in termini di diversificazione

della proposta culturale, di equilibrio tra le varie dimensioni territoriali; quale

propulsore può essere per rendere Pescara (nella sua accezione metropolitana) quella
città multiattrattiva che tutti vogliamo che divenga, molto più di quanto non sia ora.

 Dobbiamo fare sistema tra di noi.

 Ma dobbiamo anche rivolgerci e cercare alleanze con tutti quei soggetti che in città ed

in provincia fungono da “agitatori culturali”.

Ora il lavoro è ancora più importante: in questo periodo di assenza di

un’amministrazione democraticamente eletta dobbiamo attrezzarci per raggiungere il
prima possibile una adeguata consapevolezza rispetto alle esigenze della nostra città
in modo da presentarci alla prossima scadenza elettorale capaci di mettere a
disposizione della città proposte importanti che

contribuiscano a costruire una visione culturale all’altezza di Pescara.

E l’Arci in questo processo deve avere un ruolo centrale.

Quello delle politiche culturali è un esempio; ma è chiaro che gli stessi principi devono

ispirare tutta la nostra azione.

E va riaffermato che non esistono attività culturali di serie a e di serie b.

Tutte le nostre attività hanno il medesimo valore culturale nella misura in cui

attraverso di esse riusciamo ad incidere in senso positivo nelle dinamiche delle nostre
comunità: un piccolo circolo di un paese di provincia, che funge da punto di incontro e
socializzazione, dove gli anziani possono trascorrere il loro tempo al riparo dalla
solitudine, svolge un ruolo insostituibile tanto quanto una realtà che proponga una
programmazione di altissimo livello.

Valorizzando la nostra complessità e mettendo a sistema la varietà delle nostre

capacità propositive, acquisiremo ancora maggiore autorevolezza e possibilità di
rappresentare adeguatamente le istanze che insieme individueremo come prioritarie.

I punti che la direzione propone di assumere come piano di lavoro sono i seguenti:

· promuovere direttamente iniziative culturali e sostenere quelle proposte dai circoli

· sostenere le iniziative di solidarietà internazionale, con l’obiettivo di un maggiore
coinvolgimento dei circoli al fine di aumentare – da un lato – la ricaduta territoriale
delle attività svolte all’estero; dall’altro di accrescere la capacità dell’associazione di
innalzare la propria capacità progettuale.

· promuovere azioni rivolte ad una maggior sobrietà, al consumo critico e
consapevole, contro la privatizzazione dei beni collettivi, allo sviluppo del commercio
equo e solidale.

· continuare a promuovere le opportunità di socializzazione e di estensione della
cittadinanza con particolare attenzione ai nuovi cittadini immigrati. individuare
strumenti che accrescano la capacità di gestione delle risorse economiche ed il
“monitoraggio” finanziario delle attività dell’associazione

· mantenere un adeguato livello di assistenza (amministrativa, fiscale, normativa) ai
circoli; elaborare strumenti che consentano una crescita della loro capacità gestionale
ed amministrativa

· individuare strumenti che, accrescendo la comunicazione e la conoscenza reciproca
delle attività realizzate dai circoli, contribuiscano a definire e rendere visibile l’impatto
sociale dell’azione svolta dall’associazione

· potenziare e accrescere l’impegno dell’associazione nel settore di lavoro che riguarda
educazione e formazione rivolte ad adolescenti e giovani

· coltivare collaborazioni e partnership con soggetti e realtà attivi nel mondo culturale
e sociale del territorio, con lo scopo di accrescere il volume di iniziative
dell’associazione nel suo complesso e la loro qualità

· attivare forme di monitoraggio e controllo, in collaborazione con i circoli, per
prevenire e contrastare forme di dipendenza, derivanti dall’abuso di alcolici e giochi
elettronici

 I principali strumenti operativi di cui l’associazione intende dotarsi sono i seguenti:

· Tavoli tematici che riuniscano i circoli in base alle loro attività e ai loro interessi

· Moduli formativi rivolti ai dirigenti delle basi associative

· Momenti di approfondimento, di scambio e di discussione tra il comitato e i circoli, e
dei circoli tra di loro, su tematiche specifiche

· Convenzioni ed accordi con enti e realtà diversi (pubblici, privati, associativi) volti a
fornire ai circoli ed ai soci occasioni per accedere a condizioni vantaggiose a iniziative,
eventi, manifestazioni, realtà culturali sul territorio provinciale

· incontri informativi rivolti a soci e volontari per fornire gli strumenti necessari a
riconoscere e contrastare le forme di abuso e dipendenza».

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