CHIUDE IL BILLIONAIRE (ANCHE I NEO-RICCHI BEVONO SPREAD)

Se la notizia sarà confermata, sarà una notizia-strappo, la chiusura di un sipario, il canto del cigno di un’epoca. Quella del nuovo edonismo, dell’onda lunga degli anni ottanta; dei ricchi sempre più ricchi o meglio sempre più neo-ricchi rintanati nei loro mastodontici yacht (ma a portata di teleobiettivo), e tutti gli altri assiepati a centinaia o migliaia sul molo del porto, con binocolo e fotocamera del cellulare costoso di penultima generazione, nella speranza spasmodica di intravedere un vip.

Sarebbe l’addio alle estati dei magnati e delle starlette, dei grandi manager e degli showmen televisivi, delle supermodelle e dei politici sbracati, dei bagni di Magnum e ostriche, del lusso sfacciato e magniloquente all’italiana. E pensare che chi vi scrive, l’estate scorsa, reduce da una vacanza miracolosamente low-cost sulla punta settentrionale della Sardegna, a Santa Teresa di Gallura, trovandosi da quelle parti prima di rimbarcarsi per Civitavecchia, mosso da improvvisa, morbosa, filistea curiosità, provò a individuarne la collinare ubicazione… Invano, nonostante il navigatore del suo smartphone da cento euro lo desse costantemente a cento metri dalle porte del Paradiso Dance dei “Milionari”.

La storia del Billionaire si starebbe per chiudere. Flavio Briatore avrebbe deciso di lasciare Porto Cervo. «Ho deciso che non investirò più in Italia e che quest’anno sarà l’ultimo anno del Billionaire a Porto Cervo – ha dichiarato Briatore in un’intervista al settimanale “Chi” -. La burocrazia di questo Paese mi ha stufato. Noi diamo opportunità e posti di lavoro, ma ottenere dei permessi è sempre una lotta. Come se qualcuno ci facesse un piacere, ma non è così. Investirò all’estero, tanto l’Italia è un Paese che se possiedi una barca e arrivi in porto per attraccare, o sei un bandito o sei un ladro. Non va bene. Questo governo, poi, ha innescato una sorta di odio sociale ».

Il Billionaire, forse il locale più famoso della Costa Smeralda, è stato aperto nel 1998. Oggi è un marchio conosciuto in tutto il mondo. Sarà difficile però incontrarci ministri tecnici del governo Monti, quest’estate, nei suoi leggendari privè, intenti a sorseggiare un mohito, o uno Spread e Martini.

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