I 99 POSSE OKKUPANO TIPOGRAFIA

Attesa per il concerto dei 99 Posse, giovedì sera dopo le 22 a Tipografia, a Pescara.

Guidati da ‘O Zulu, duri e puri, irriducibilmente antagonisti, negli anni novanta i 99 Posse sono stati, insieme ai conterranei Almamegretta, gli alfieri di un nuovo modo di intendere la canzone impegnata in Italia. Ma mentre la band di Raiz guardava un po’ al trip-hop, alla scena di Bristol, un po’ al Medioriente e al retaggio melodico partenopeo, con testi obliqui ed evocativi,

i 99 Posse marciavano su un binario lirico-sonoro intransigente,  diretto, tutto-loro: la (bella) musica in funzione della militanza, con un occhio sgranato sull’elettronica che girava intorno (allo Stivale).

Sulla scia della stagione-cerniera delle posse, e della epopea dei centri sociali autogestiti, il loro primo album vero e proprio, “Curre curre guaglio“, anno 1993, fu, per originalità di linguaggio e di piglio, un piccolo capolavoro.

Seguirono “Corto circuito”, del 1998 (160 mila dischi venduti) e “La vita que vendra” (del 2000), il loro risultato massimo, ma, nel contempo, il loco canto del cigno, visto che la carriera prima discografica e poi dal vivo dei 99 si concluderà lì.

Salvo poi riemergere all’improvviso nel 2011, con un nuovo album di inediti, “Cattivi guagliuni”.

Biglietto d’ingresso a dieci euro in prevendita.

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