(RI)LEGGIAMOCI MOBY DICK, VA’

Come ogni mattina dopo il caffè e le abluzioni varie, siete entrati su Google? E avete visto qualcosa di insolito in alto nell’homepage? Ebbene, c’è che il doodle di oggi è dedicato nientemeno che a Herman Melville (New York, 1º agosto 1819New York, 28 settembre 1891), grande scrittore poeta e critico letterario statunitente, autore, nel 1851, dell’immortale “Moby Dick”, un po’ un padre dei romanzi “totali”, pietra miliare e fondante della letteratura americana. Romanzo epico contemporaneo grondante umanità invincibile, che solleva domande e soffia risposte validissime ieri come tra millenni. Altro che Cinquanta sfumature di grigio. “Ah, la felicità cerca la luce, sicché pensiamo che il mondo sia allegro, ma la sofferenza si nasconde e si apparta, sicché pensiamo che essa non esista”. “Un sorriso è il mezzo scelto per ogni ambiguità”.  “Lascio una scia bianca e inquieta, acque pallide, facce più pallide, dovunque passo. Le onde invidiose si gonfiano ai lati per sommergere la mia traccia: facciano, ma prima io passo”.  “Meglio dormire con un cannibale astemio che con un cristiano ubriaco”. “Per produrre un grande libro, bisogna scegliere un grande argomento. Nessun’opera grande e duratura potrà mai venire scritta sulla pulce, benché molti abbiano tentato”. “Quale che sia la superiorità intellettuale di un uomo, non può mai assumere una supremazia pratica e utile sugli altri, senza l’aiuto di qualche artificio o schermo, che in sé sarà sempre più o meno basso e meschino”. “Così pare ci sia una ragione in tutto, persino nella legge”.

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