QUANDO IL COMUNISMO FINI’ A TAVOLA

Oggi alle 18 alla Feltrinelli di Pescara (e domani,  giovedì alle 19 all‘Aquila, presso la Struttura “Centro di consulenza e formazione” in Piazza San  Bernardino) sarà presentato il libro, dal titolo e dal contenuto parecchio intriganti, “Quando il comunismo finì a tavola(Caratteri mobili editore). Parteciperà l’autore, Fernando Coratelli, innescato da Federica D’Amato.

“In poco più di una generazione si è passati dai comunicati delle Brigate Rosse ai tweet sui social network, dal pane e salame smozzicato durante le occupazioni universitarie agli emo che sbocconcellano uramaki in sushi bar gestiti da cinesi: un maelstrom di mondializzazione rapidissima ed esagitata che ha inglobato gusti musicali, mode, cucine, lasciando al palo idee, ideologie e memorie”.

Di questo e molto altro si narra in “Quando il comunismo finì a tavola“. Partendo dal 1978 , anno-cesura, e procedendo a balzelli di undici anni, si dipanano quattro tappe fondamentali della nostra storia (l’omicidio di Aldo Moro, la caduta del Muro di

Berlino, i movimenti no global e i terribili giorni della crisi del 2011). Sullo sfondo, come fosse una scenografia, due grandi indicatori della nostra società: la musica e il cibo. E così tra un concerto dei Cure e un piatto di pennette alla vodka, tra la nebulizzazione del Pci, le prime importanti storie d’amore e l’avvento dello Slow food, Fernando Coratelli squaderna davanti agli occhi del lettore trentatré anni di avvenimenti, di amarezze, di dubbi e, perché no, di epica: trentatré anni sono passati in un battito di ciglia, ma tutto questo tempo è servito a cambiarci davvero?

 

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