QUEL GRAN SANTO DI CELESTINO, MOLTO FRATE E POCO PAPA

L’Indulgenza Plenaria concessa da Papa Celestino V alla città dell’Aquila rappresenta, sotto il profilo storico-religioso, l’anticipazione del Giubileo cristiano. Un dono di inestimabile valore, che il Santo Padre elargì all’Aquila e che, se rinnovato nella sua più intima e tangibile valenza, può rappresentare un veicolo di sviluppo importante per la nostra città”.

La giornalista e scrittrice aquilana, Monica Pelliccione, autrice del volume “Nel nome di Celestino. Una nuova luce per L’Aquila“, rilancia il messaggio di Papa Celestino all’umanità. Un monito al Perdono e alla conversione che si traduce, se letto in chiave moderna, in una felice occasione di valorizzazione della Basilica di Collemaggio e della Perdonanza celestiniana. “Non nel vantaggio dell’ascesa al soglio pontificio e nella costruzione dell’abbazia di Collemaggio è il volto sacro di Celestino”, dichiara la Pelliccione, “ma nella sua incessante spiritualità. L’Aquila e L’Abruzzo si fregiano dell’atto papale compiuto la sera dell’incoronazione, avvenuta il 28 agosto del 1294: la Bolla del Perdono, che marchia a fuoco il Giubileo cristiano. Dei diciotto pontificati che si annoverano nel XIII secolo, quello di Celestino, pur se brevissimo, (durò solo cinque mesi), non è il meno durevole. E neppure il più infruttuoso. Celestino V è l’unico Pontefice di quel periodo travagliato per la storia della Chiesa ad essere stato canonizzato. Un personaggio “sui generis”, che già in vita godeva di fama di santità”, ricorda la giornalista, ” e che, nelle sue peregrinazioni, era seguito da uno stuolo di fedeli. Mite, schivo, silenzioso, la sua dote più grande consiste nell’umiltà della vita”. Celestino V fu dipinto, dai suoi nemici, come dedito al potere e amante dello sfarzo. “Un’immagine poco veritiera”, afferma la giornalista, “a caratterizzare la vita di quest’uomo è stato il silenzio assoluto, che lo ha posto sotto i riflettori del mondo. Un Santo attuale e moderno, autore di un messaggio di Perdono universale, che può trasferirsi come occasione di conoscenza e di diffusione dell’immagine dell’Aquila e della basilica di Collemaggio nel mondo. Ecco perché è importante investire sulla figura di Celestino V, le cui spoglie sono uscite indenni da Collemaggio, dopo il sisma del 2009. Il frate eremita, diventato Papa prima e Santo, poi, possiede un carisma tale da richiamare, all’Aquila, migliaia di fedeli, in occasione della Perdonanza celestiniana e non solo. L’Abruzzo conserva un tesoro immenso: il dono del Perdono, la culla della carità. Dell’opera di Celestino V, la nostra città può fregiarsi, contribuendo a diffonderne il messaggio di spiritualità”. La carismatica figura del Papa mite e benevolo, che la letteratura individua nel passo dantesco di “colui che fece per viltade il gran rifiuto”, è analizzata con dovizia di particolari nel libro pubblicato dalla Pelliccione nel 2009, all’indomani del sisma che colpì L’Aquila. E proprio oggi, il messaggio di Celestino V torna con dirompente attualità “e diventa nuovo stimolo per la collettività a far rinascere dalle ceneri la città abruzzese, culla di storia, tradizioni e cultura”.

Monica Pelliccione, 39 anni, ha iniziato la sua carriera nell’emittente televisiva abruzzese TvUno. E’ una firma del quotidiano “Il Centro” e può vantare attività di collaborazione con La Repubblica, Kataweb e con l’Agi. Si occupa anche dell’ufficio stampa della Cisl e della Camera di commercio della provincia dell’Aquila. Giornalista di mestiere, ama definirsi “scrittrice per passione”. Nel 2005 ha pubblicato il suo primo volume: “L’Aquila e il polo elettronico. Retroscena di una crisi”, edito da Colacchi: un excursus sulla storia dell’industria nel capoluogo abruzzese e il lento e inesorabile declino che ne ha decretato la fine. Nel 2009 è uscito “Nel nome di Celestino. Una nuova luce per L’Aquila”, testo dedicato ai sogni infranti di una città che prova, faticosamente, a risalire la china.

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