CHIUDE IL FLAIANO FILM FESTIVAL (E VA IN PIAZZA)

Presenze più che raddoppiate all’ Arca, dove si conclude oggi sabato 6 luglio la prima parte del 40° Flaiano Film Festival, alla quale subentra, da domenica,  il “Flaiano in piazza” che si proporrà in alcuni luoghi della città di Pescara.

Eccovi gli appuntamenti di oggi al Multiplex Arca per quest’ ultima serata del Flaiano Film Festival (e, in coda all’articolo, quelli inerenti la prima giornata del “Flaiano in piazza“).

Si comincia in sala 5 alle ore 18.30 con l’incontro dell’attrice pescarese Sara Serraiocco, protagonista del film “Salvo” dei registi Fabio Grassadonia ed Antonio Piazza. Salvo è lo scagnozzo di un boss locale. Gli fa da autista, guardia del corpo e “ripulitore”. Proprio durante una di queste pulizie, penetra in casa della sua vittima e nell’attendere il suo arrivo scopre la sorella di questo, una non vedente che non avrà il coraggio (o la volontà) di uccidere, anche perchè si rende conto che proprio in durante la colluttazione le è successo qualcosa di clamoroso. Decide così di rapirla e nasconderla al mondo sostenendo di averla fatta fuori. Ma nel mondo della malavita morire è tanto facile quanto è difficile amare. La semaine de la critique di Cannes lo ha accettato “all’unanimità”. L’opera prima di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia è un poliziesco che rifiuta ogni tono noir e preferisce sporcarsi le mani nel gangster movie all’americana (e all’occorrenza anche nel western), completamente desaturato non di colori ma di parole, espressioni e linguaggio verbale.

Alle ore 20.30 ci sarà l’incontro con Amir e The Ceasars autori della colonna sonora del film “Scialla! (Stai sereno)” di Francesco Bruni che verrà proiettato a seguire.

Alle ore 22.45 “Holy motors” di Leos Carax: una giornata dell’esistenza di Monsieur Oscar, che di professione passa da una vita ad un’altra, da un personaggio ad un altro, scortato ad ogni appuntamento da una limousine bianca, guidata lungo le strade di Parigi da Céline, misteriosa signora bionda. Un’esistenza stimolante e distruttiva, che Oscar sostiene di condurre ancora “per la bellezza del gesto”, che gli impone di essere creativo ogni volta, e di quel motore dell’azione di cui il mondo sembra sempre più fare a meno. Nei differenti appuntamenti di Oscar, che lo vedono affarista finanziario, vecchia mendicante, performer per realtà virtuali, signor Merde, killer dei bassifondi, vecchio morente, padre di famiglia e altro ancora, Carax esplora diversi generi ma soprattutto entra nel cinema che ha amato e che ama, da Tod Browning a Franju, da Cocteau a Bertolucci, da Charles Bronson a Vidor, da Kubrick a René Clair. Ci entra attraverso una porta invisibile com’è una sforbiciata di montaggio, o come quella che lo stesso Leos Carax, all’inizio del film, scova nella scenografia della sua stanza da letto e che lo porta, appunto, dentro una sala cinematografica.
In sala 4 alle 17.30 il bellissimo “La migliore offerta”, in conclusione della personale dedicata a Giuseppe Tornatore. Il film, uscito quest’inverno, è ambientato nel mondo delle Aste d’arte.

Alle 20.30 “Buongiorno papà” di Edoardo Leo: Andrea è un quarantenne che non ha mai smesso di avere vent’anni. Bello e disinvolto, capello tinto e pelle abbronzata, fa carriera e successo in un’agenzia che si occupa di product placement. Sempre sul pezzo e in movimento, divide il suo appartamento con l’amico Paolo e il suo letto con ogni donna che lo trovi irresistibile. Ma alla sua porta una mattina suona Layla, una diciassettenne coi capelli viola che dice di essere sua figlia. A provare il fatto il diario della madre, deceduta qualche mese prima. Diffidente e prudente, Andrea si sottopone alla prova del DNA, certificando la sua paternità. Spaventato e confuso, prova a prendere le misure di una nuova vita, affollata da un’adolescente e da suo nonno, un musicista ‘dismesso’ che vive in camper e sogna i New Trolls. Con l’aiuto di Paolo e di un’energica insegnante di educazione fisica, Andrea infilerà la strada della maturità, trovando il compromesso tra l’uomo e il padre.
Alle 22.45 il cinema irripetibile del prodigioso Krzysztof Kieslowski,con “Il Caso”: un enigmatico urlo viene emesso dal protagonista Witek, durante un viaggio in aereo. In questo frangente, egli ripercorre ciò che ha più caratterizzato la sua vita, dall’infanzia in cui imparava a scrivere, dall’adolescenza in cui si fidanzava con la giovane Czuszka, fino ad arrivare all’età adulta, in cui abbandona gli studi di medicina in seguito alla morte del padre. A causa di quest’ultimo avvenimento, Witek decide di fuggire lontano dal suo paese e di recarsi in treno a Varsavia. Un casuale e fortuito scontro in stazione con un uomo ubriaco genererà tre differenti percorsi nella vita del protagonista.

In sala 3 si parte alle 16.30 con il film “Assunta Spina” di Mario Mattoli: dall’acclamato dramma dialettale in due atti (1909) di S. Di Giacomo, già filmato nel 1915 e nel 1928, adattato da Eduardo (riservandosi la parte del geloso Michele), concentra l’azione in una Napoli squallida e violenta, ritratta in due sequenze documentaristiche (il miracolo di San Gennaro, la processione) sotto l’influenza del neorealismo in auge.

Alle 18.30 “Il grande Alberto” di Carlo e Luca Verdone: ad Alberto Sordi si riferisce l’appellativo contenuto nel titolo di questo documentario, dedicato al più grande interprete della commedia italiana dai fratelli Carlo e Luca Verdone. A raccontare la vita e la carriera di Sordi ci sono le testimonianze di amici, registi, colleghi, collaboratori e studiosi, tra i quali Franca Valeri, Gigi Proietti, Pippo Baudo, Claudia Cardinale, Gian Luigi Rondi, Goffredo Fofi, Ettore Scola, Enrico e Carlo Vanzina, Christian De Sica. Insieme a sequenze tratte dai suoi film, video e immagini inediti – provenienti dagli archivi di Medusa, Rai, Cinecittà Luce, Fondazione Alberto Sordi e Associazione culturale Enrico Appetito – contribuiscono a ricostruire il ritratto umano e artistico dell’attore che meglio di chiunque altro ha saputo raccontare gli italiani, con i loro pregi e difetti.

E alle 20.30 “I vitelloni” di Federico Fellini: sono cinque, in una cittadina romagnola dell’Adriatico, i giovanotti non ancora occupati, né ricchi né poveri, irresponsabili e velleitari figli di mamma. Che fanno? Piccoli divertimenti, piccole miserie, piccoli squallori, noia grande. Soltanto Moraldo va in città. Tra loro campeggia Alberto (Sordi), punto di fusione di violenza satirica, grottesco, patetismo. Fellini fa col suo 2° film e mezzo uno scanzonato omaggio, distaccato ma non troppo, alla Rimini della sua adolescenza, reinventata sul litorale tirrenico, vicino a Ostia. Leone d’argento a Venezia, 3 Nastri d’argento (regia, produzione e Sordi). Fabrizi è doppiato da Nino Manfredi e Trieste da Adolfo Geri.

Gran finale alle ore 22.45 con il film di William Friedkin “L’esorcista” (versione integrale) che quest’anno compie quarant’anni.

Per il Flaiano in città invece, che comincia domani, domenica, con ingresso gratuito,

in Piazza Marino Di Resta (Zona San Silvestro spiaggia)

alle 21,30 sarà proiettato il film “Benvenuti al Sud” di Luca Miniero, (remake del film francese del 2008 Giù al Nord), con Claudio Bisio, Alessandro Siani, Angela Finocchiaro, Valentina Lodovini.

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