Oggi, venerdì,
al Flaiano film festival, alle battute finali al Multiplex Arca di Villa Raspa di Spoltore,
un programma quantomai ricco e sfaccettato.
Si comincia in Sala 5 con la proiezione alle 18.30 di “Muffa” di Ali Aydin: Basri, un uomo sulla sessantina che si guadagna da vivere facendo il guardiano delle ferrovie, da diciotto anni invia lettere alle autorità al fine di avere notizie del figlio, scomparso dopo un arresto per aver espresso opinioni politiche avverse al governo turco. Segretamente malato di epilessia e al di fuori di ogni legame sociale, aspetta una risposta che, una volta arrivata, lo renderà ancora più solo… Premio Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima (Luigi de Laurentiis) alla 69° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Alle 20.30, sarà la volta dell’anteprima con ingresso ad inviti di “Anime nella nebbia”, film del regista bielorusso Sergei Loznitsa: Unione Sovietica. Bielorussia 1942. La regione è sotto il controllo dei tedeschi e la resistenza partigiana cerca di reagire. Un treno viene fatto deragliare non lontano dal villaggio in cui vive Sushenya, che lavora al controllo dei binari. Lui e i compagni, che aveva cercato di dissuadere da un atto le cui conseguenze avrebbero potuto ricadere sulla popolazione, vengono arrestati. Sushenya è il solo a salvarsi dall’impiccagione. Nell’ambito dei resistenti si diffonde rapidamente la voce di un tradimento da parte del giovane…
Alle 23.00 “No, i giorni dell’arcobaleno” di Pablo Larraìn: E’ il 1988 ed il dittatore cileno Augusto Pinochet è costretto a cedere alle pressioni internazionali e a sottoporre a referendum popolare il proprio incarico di Presidente (ottenuto grazie al colpo di stato contro il governo democraticamente eletto e guidato da Salvador Allende). Per la prima volta da anni anche i partiti di opposizione hanno accesso quotidiano al mezzo televisivo in uno spazio della durata di 15 minuti. Pur nella convinzione di avere scarse probabilità di successo il fronte del NO si mobilita e affida la campagna a un giovane pubblicitario anticonformista: René Saavedra. Pablo Larrain affronta in modo diretto una delle svolte nodali della storia cilena recente. Attua la scelta radicale di utilizzare una telecamera dell’epoca ed offre al film una dimensione del tutto insolita. Il passaggio dal materiale di repertorio (dichiarazioni di Pinochet dell’epoca) alla ricostruzione cinematografica diviene così inavvertibile. Tutto ciò all’interno di una ricostruzione che mostra, attraverso il personaggio di Saavedra, come la repressione fosse stata forte e come il regime fosse convinto che fosse sufficiente accusare qualsiasi avversario di ‘comunismo’ per poter vincere. Non manca però anche di sottolineare come tra i sostenitori del NO non fossero pochi quelli che non avevano compreso quanto fosse indispensabile impostare una campagna di comunicazione che andasse oltre la riproposizione delle pur gravissime colpe del dittatore per approdare a una proposta che parlasse di vita, di gioia, di speranza nel futuro e non di morte. Il personaggio impersonato con grande understatement da Gael Garcia Bernal si trova a muoversi consapevole, inoltre, della difficoltà di contribuire alla riuscita di un fondamentale cambiamento del proprio Paese partendo dalle proprie basi di eccellente imbonitore. Pronto, una volta ottenuto l’esito sperato, a tornare a promuovere telenovelas.
In sala 4, alle 17.30 sarà proiettato “Il camorrista” per la personale dedicata a Giuseppe Tornatore: irresistibile ascesa del “professore di Vesuviano” che in carcere si fa una cultura, diventa il capo della “camorra riformata”, tratta alla pari con politici, servizi segreti, affaristi americani e terroristi. Prodotto da Reteitalia (Fininvest) e Titanus al costo di 4 miliardi (con un’edizione TV di 5 ore che non andò mai in onda), tratto da un romanzo di Giuseppe Marrazzo, ispirato alle imprese di Raffaele Cutolo e sceneggiato dall’esordiente G. Tornatore con M. De Rita, è un affresco di sangue, violenza e abominio.
Alle ore 20.30 replica di “Benur – Un gladiatore in affitto” (ingresso libero) film di Massimo Andrei, adattamento cinematografico dello spettacolo teatrale Ben Hur.
Alle ore 22.45, cinema polacco di Krzysztof Zanussi con “Persona non grata”: a quando è morta la sua Helena, compagna di una vita, Wiktor non riesce più a conformarsi ai rigidi canoni dell’ambasciata di Polonia in Uruguay, cui egli stesso è a capo. L’ambasciatore, che ha creduto in Solidarnosc e nei suoi valori, è ora spiazzato dal trionfo delle “non regole” della società succeduta alla caduta del regime comunista. Ogni certezza e speranza sembrano essere crollate. Anche quella personale sul rapporto coniugale che sembrerebbe essere stato incrinato con una relazione con un diplomatico russo ora salito a livelli dirigenziali. Progressivamente Witia scopre che la realtà è stata ed è più complessa di quanto lui non abbia ipotizzato. Solo allora può trovare una libertà vera. Zanussi è sempre stato un anticomunista integrale (avendo vissuto sulla sua pelle l’oppressione anche culturale) e un cattolico non relativista.
In sala 3 si parte alle ore 17.30 con “Le Chaos” film del cinema egiziano di Youssef Chahine: a Choubra, un cosmopolita quartiere del Cairo, regna Hatem. Poliziotto corrotto detta legge in maniera brutale e assoluta. Fino a quando non entra in azione il giovane procuratore Cherif di cui è innamorata (inizialmente non ricambiata) la giovane e timida Nour. La ragazza è oggetto delle voglie di Hatem il quale farà di tutto per poterla possedere anche se nel frattempo non dimentica di torturare in celle segrete quanti osano ribellarsi al potere. Leggiamo nelle note di regia:”Nel film cerco di mettere il dito sul destino dei miei connazionali, che hanno così poco da dire sugli affari del Paese. Privi di quasi tutto, educazione, mezzi di comunicazione, soffrono di una pesante repressione imposta dal potere. Certe dimostrazioni somigliano a piccole guerre dove alcuni dimostranti fronteggiano quattro o cinquemila celerini locali. Basta osservare la miseria nella quale vivono la maggior parte delle famiglie per realizzare che in tutte le autocrazie è il popolo che paga il prezzo più elevato”.
Infine alle 20.30 sarà proiettato per il ciclo “Le arti dello spettacolo”, l’opera di Franco Zaffirelli “Aida – Teatro della Scala di Milano”: opera in quattro atti di Giuseppe Verdi, Aida (Violeta Urmana), figlia del Re di Etiopia (Marco Spotti), vive a Menfi, come schiava, dopo esser stata catturata durante una spedizione militare degli Egizi, che tuttavia ne ignorano la vera identità. Suo padre organizza un’incursione in Egitto per liberarla dalla prigionia, ma sin dalla cattura Aida è però Amneris (Ildiko Komlosi), la figlia del Re d’Egitto…