NON È CHE UN GIOCO, SENZA FRONTIERE

Oggi pomeriggio alle 18,30, presso la sede del MU.SP.A.C. Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea -, a L’Aquila, sarà
inaugurata la mostra personale dell’artista ecuadoriana Maria Rosa Jijon (Quito, 1968) dal titolo “It’s just a game”.
È il quarto evento d’arte contemporanea iscritto nel progetto “Percorsi Migranti”, promosso dal “Coordinamento Ricostruire Insieme” per favorire l’incontro interculturale nella città dell’Aquila.
Uno spunto di Simòn Bolìvar, El Libertador, introduce la mostra.
Nel video “It’s just a game” delle telecamere a infrarossi registrano i passaggi di frontiera dei migranti. Giocando sull’ambivalente significato della parola “game”, intesa come “gioco” ma anche come “preda”, le immagini, accompagnate da una straniante musica ripetitiva classica dei videogiochi, fanno riflettere sui sistemi di controllo. In un’epoca cibernetica in cui si sono liquefatte tutte le distanze di spazio e di tempo, siamo ancora “prede” o “pedine” di un videogame  comandato dalla società? Lo Stato ci osserva ma noi non possiamo osservarlo?
 Mentre i cartelli usati per manifestazioni anti immigrazione, raccolti dall’artista da vari siti xenofobi per creare l’installazione “STOP!”, ingenerano una sensazione di pericolo e allerta. In “Extraterritorial. Remake 2004 – 2012” siamo invece circondati da infinite pagine della proverbiale legge Bossi-Fini, mentre la comunità latino-americana di Roma legge tutti  gli articoli che la compongono.
 Perché “tutti siamo condannati a una vita di scelte, ma non tutti abbiamo i mezzi per scegliere”.
 La mostra è aperta fino al 12 giugno 2012. Orari: martedì / sabato – 17.00/20.00. Domenica su appuntamento.

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