«LA PURGA» AL FENAROLI

Stasera alle 21 c’è il primo appuntamento con la Stagione di Prosa 2012/2013 del Teatro Fenaroli di Lanciano.
Ad inaugurare il cartellone, Arturo Cirillo, con  La Purga di adattamento e regia di Arturo Cirillo.

«La Purga inizia con una lunga scena in cui il centro sfugge continuamente, dove la conversazione devia ossessivamente, se di conversazione si può parlare e non invece di una sequela d’invettive intercalate da lamenti, sospiri e rimpianti; perché inaspettatamente i personaggi di questa commedia sono molto emotivi. Tutti tranne forse il bambino Totò, o Bebè come a volte è anche chiamato, questo criminale in pectore, e ho incominciato ad immaginare il piccolo Totò interpretato da un attore grande, un bambino-adulto come dovrebbe essere Victor secondo il suo autore: ragazzetto di nove anni ma alto un metro e novanta. Un costruttore di igienici sanitari, dal gabinetto al lavabo passando per tazze da notte, che poi saranno uno degli argomenti centrali della vicenda, attende la visita di un importante funzionario del Ministero della Difesa, che però non ha mai fatto il militare poiché miope, che dovrebbe affidargli la commissione di un gran numero di vasi da notte come dotazione per i militari dell’esercito.
Poiché l’industrialotto, di cui sopra, ha inventato una sedicente porcellana indistruttibile con cui costruisce i propri vasi, il ministero è molto interessato al prodotto e manda un funzionario per verificarne i pregi. Il genio malefico di Feydeau decide di portare nella vicenda l’azione parallela e per niente contraddittoria del figlio del costruttore di sanitari, Totò appunto, che la mattina si è svegliato costipato e ha bisogno di purgarsi. L’oggetto in cui si compie e l’atto stesso del defecare diventano di conseguenza il perno della vicenda e anche l’oggetto centrale dell’abitazione della nostra famiglia. In un gioco di ipocrite omissioni, e convenzionali relazioni, i nostri personaggi alluderanno continuamente all’atto di defecare restando nella cornice di un salotto borghese dove però al posto delle sedie vi sono dei water, con relativo sciacquone».

 

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