LA FIACCOLA SOTTO IL MOGGIO

Stasera alle 21 al teatro Fenaroli di Lanciano, e domani (venerdì) sempre alle 21 al teatro Marrucino di Chieti, la compagnia Atir di Milano porta in scena “La fiaccola sotto il moggio” di Gabriele d’Annunzio. La regia è di Stefania Sinigaglia. E’ l’ultimo atto della stagione di teatro contemporaneo diretta da Stefano Angelucci Marino.

Note di regia: “L’ineluttabile distruzione dell’essere… prima forte impressione… primo importante spunto di riflessione…Viviamo in un’epoca di crisi economica e culturale, dove la corruzione e la menzogna sono gli unici punti fermi su cui “contare”. D’Annunzio scrisse quest’opera nel 1905, più di un secolo fa, eppure il senso di decadenza che pervade l’antico castello di Anversa, dimora della famiglia dei Sangro, dove tutto è “vetusto, consunto, corroso, fenduto, coperto di polvere, condannato a perire”, è lo stesso di questi nostri tempi bui. Il disfacimento fisico del luogo è metafora di quello umano. L’umanità che abita il castello è un’umanità malata e debole o colpevole e maligna. La purezza si ammala, la verità si corrompe, e tutto frana come sotto una scossa di terremoto. Esistono punti di non ritorno nella vita di un uomo così come nei cicli storici, momenti irripetibili di crisi assoluta dai quali ci si può rialzare solo dopo la piena distruzione, il crollo definitivo, insomma. Questo sembrano suggerirci le parole tragiche di D’Annunzio. Mettere “la fiaccola sotto il moggio”, nella bibbia, significa occultare la verità. Però quando Gigliola decide di alzare la fiaccola e di far emergere l’atroce verità che pesa sul capo del padre Tibaldo e della matrigna Angizia, la situazione, invece di migliorare, precipita”.

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