LA FANTASTICA STAGIONE CONTEMPORANEA “IMMEDIATA”, AL MARRUCINO

Il 2 febbraio si alza il sipario sulla sezione Tradizione e innovazione della stagione 2013-2014 del Teatro Marrucino di Chieti, che quest’anno è curata dall’associazione Teatro Immediato di Pescara, sotto la direzione artistica di Edoardo Oliva.

Altro che viale del tramonto; da quando lo storico spazio pescarese del Teatro Immediato è stato chiuso per la nota allergia ai sentimenti e ai moti della cultura di chi ci amministra, Edoardo Oliva e gli altri sono rinati come a nuova vita: prima l’investitura alla direzione artistica del Teatro di Città Sant’Angelo (dove hanno messo in piedi una stagione di altissimo profilo e tensione etica), adesso quella alla guida del ciclo di teatro contemporaneo del Marrucino di Chieti. Chapeau. Una lezione di forza tanto estetica quanto interiore.

Quattro gli spettacoli in programma al Marrucino di Chieti: una produzione della Compagnia del Teatro Immediato e tre lavori ospiti, pescando davvero dal meglio che gira intorno.

Si parte domenica febbraio alle ore 18 con L’origine del mondo. Ritratto di un interno, scritto e diretto da Lucia Calamaro. Vincitore di 3 premi Ubu per la stessa regista e drammaturga e le per due attrici Daria Deflorian e Federica Santoro, lo spettacolo rivelazione vede al centro la storia di una famiglia che ha l’abitudine di scandagliare il reale mentre mangia, chiacchiera, si veste. Una lingua teatrale e avvolgente, con punte comiche, per raccontare la costellazione familiare, fatto di legami e abitato da elettrodomestici intesi come novelle divinità.

Il 20 e 21 febbraio alle 21 la Compagnia del Teatro Immediato presenta Il nuotatore, con il testo di Vincenzo Mambella e la regia di Edoardo Oliva. Il lavoro, che si ispira liberamente dall’omonimo racconto di John Cheever, racconta la storia di un uomo in costume da bagno che decide di tornare a casa a nuoto. Chi è, cosa cerca, da dove viene? Nelle molte piscine delle ville che incontra sul suo cammino, tra incontri soliti e insoliti, l’uomo vedrà la sua identità destrutturata, l’entusiasmo resterà frustrazione in un logo onirico e surreale, dentro un caleidoscopio di citazioni musicali e cinematografiche, figurative e letterarie.

Il 7 marzo alle  21 il pluripremiato Teatrino Giullare presenta Alla meta di  Thomas Bernhard, vincitore del premio speciale Ubu. Un allestimento visionario, quello della compagnia, che si confronta con il delirio verbale di uno dei maggiori drammaturghi del secolo passato. Una gelida madre e sua figlia si preparano, come ogni anno, a trasferirsi nella residenza al mare. Ma una novità agita le due donne: l’arrivo di un nuovo compagno di viaggio, uno scrittore di teatro. L’umanità alterata dei personaggi si incontra con la poetica della compagnia che lavora da sempre sul rapporto tra umano e artificio.

L’ultimo spettacolo, di scena il 6 aprile alle 18, è Un bés del Teatro dell’argine, di e con Mario Perrotta, vincitore del Premio Ubu 2013 con questo spettacolo come migliore attore. Questa è la storia del pittore Antonio Ligabue, lo scemo del paese, l’uomo al confine, l’artista, il genio e anche l’uomo che ha vissuto senza un bès, senza un bacio, mai. È la storia di una solitudine, di uno stare al margine o forse oltre lo stesso margine, nel luogo in cui un bacio è un sogno per un uomo, un implorare che dura l’intera vita.

 Quattro storie, storie di uomini, di silenzi, di confine: questo il filo rosso che lega gli spettacoli della stagione contemporanea. Il confine spazio-temporale, la famiglia come legame allo stesso tempo mancante o morboso, la solitudine delle anime, la relazione con il margine, con il vuoto. L’idea è quella di indagare nell’animo umano attraverso il linguaggio drammaturgico, una riflessione grazie a quattro lavori che sono punte di eccellenza del panorama nazionale.

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