CRISTICCHI E IL DRAMMA DELLA CAMPAGNA DI RUSSIA

Le atrocità della guerra raccontate da chi le ha introiettate in carne e ossaQuesta sera a Giulianova (presso la Sala Kursaal), domani giovedì sera a Sulmona (presso il Cineteatro Pacifico) e domenica 11 al Teatro Rossetti di Vasto, sempre con sipario alzato alle 21, è da vedere lo spettacolo teatrale “Li Romani in Russia”, di Elia Marcelli (la regia è di Alessandro Benvenuti). Protagonista assoluto il noto cantautore impegnato e versatile Simone Cristicchi. “Li Romani in Russia” nasce come poema in versi dalla penna di Elia Marcelli, reduce di guerra–scrittore, che adoperò la poesia in ottave in dialetto romanesco, idioma viscerale e sanguigno che ben si prestava a restituire la ventura/sventura dei soldati italiani, nella fattispecie romani, inviati spesso a morire nella terra gelida e immutabile degli zar a partire dal 1941. Quello di Cristicchi non è un semplice monologo, ma una sorta di dialogo a più voci per attore solo. Le voci sono quelle di Gigi, Nino, Mimmo, Nicola, Peppe e Remo, uomini prima ancora di essere soldati. Uomini nonostante la guerra, anche se «l’omo in guera è l’animale più bestia della tera».

Simone Cristicchi indossa la divisa militare, parte in maniche di camicia per ricoprirsi di cappotto e guanti e sciarpa e coperta e scarponi con legacci stretti via via; agisce su una scena spoglia, minimalista; il lungo viaggio verso la morte, mica la gloria, prende forma e materia; la lunga odissea a piedi, la decimazione, l’impietoso arrivo del Generale Inverno, la neve che tutto congela. E l’odore di morte, che tutto inchioda.

Una storia di guerra, e di irriducibile solidarietà.

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