BIENNALE D’ARTE 2013, PALAZZO ENCICLOPEDICO 4.0

Non soggiacere alle leggi di mercato. Bando a Wikipedia, ritorno all’enciclopedismo. Giù gli steccati tra arte professionistica e arte dilettantesca. Dare vita alle immagini interiori in un mondo cinto d’assedio da troppe luminescenze esteriori. Una Mostra sulle ossessioni dell’immaginare caotico e poli-centrifugo contemporaneo, che avrà il suo perno nel padiglione centrale con un libro rosso di Jung pubblicato in facsimile solo qualche anno fa: un libro di sogni e visioni e premonizioni in cui Jung travasa tutti i suoi pensieri. E poi vedremo dipinti di una pittrice svedese che diceva ispirati a voci dall’altro mondo, tarocchi di Aleister Crowley, disegni di un’artista cinese scomparsa da pochi anni, “Guo Fengyi, che disegnava per fermare il cancro”, disegni di animali di Christina Solou ispirati al bestiario di Borges, le acconciature nigeriane di Ojekere, di uccelli ad ali spiegate di Eliot Porter, del National Geographic, tavole sulla Genesi del fumettista underground Robert Crumb, un film di Steve MacQueen con le immagini Nasa inviate nello spazio per comunicare con gli alieni,  Cindy Sherman, l’artista che si autofotografa in mille fogge e travestimenti, e Sharon Hayes, una giovane americana, che sta rifacendo i comizi d’amore di Pasolini in America…
 Sarà aperta al pubblico da sabato 1° giugno a domenica 24 novembre 2013 ai Giardini e all’Arsenale la 55. Esposizione Internazionale d’Arte (meglio nota come Biennale d’arte) quest’anno dal titolo Il Palazzo Enciclopedico, curata da Massimiliano Gioni e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta. La vernice avrà luogo nei giorni 29, 30 e 31 maggio 2013. La cerimonia di premiazione e di inaugurazione si svolgerà sabato 1° giugno.
La Mostra sarà affiancata da 88 Partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 10 i paesi presenti per la prima volta: Angola, Bahamas, Regno del Bahrain, Costa d’Avorio, Repubblica del Kosovo, Kuwait, Maldive, Paraguay, Tuvalu e Santa Sede.
Novità assoluta, la partecipazione della Santa Sede con una mostra allestita nelle Sale d’Armi, in quegli spazi che la Biennale sta restaurando per essere destinati a padiglioni durevoli.
Il Padiglione Italia in Arsenale, organizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la PaBAAC – Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee – è curato quest’anno da Bartolomeo Pietromarchi.
La Mostra Il Palazzo Enciclopedico innerverà un unico percorso espositivo che si articolerà dal Padiglione Centrale (Giardini) all’Arsenale, con opere che spaziano dall’inizio del secolo scorso a oggi, e con molte nuove produzioni, includendo più di 150 artisti provenienti da 37 nazioni.
“Nel corso di questi anni – spiega il Presidente Paolo Baratta – nella rappresentazione del contemporaneo è cresciuto il desiderio dei nostri curatori di mettere gli artisti in prospettiva storica o di affinità reciproca, evidenziando legami e relazioni sia col passato, sia con altri artisti del presente. Nello stesso tempo, rispetto all’epoca delle avanguardie, è cresciuta sempre più l’attenzione verso l’intensità della relazione tra l’opera e lo spettatore (viewer) il quale, ancorché scosso da gesti e provocazioni, alla fine ricerca nell’arte l’emozione del dialogo con l’opera, che deve provocare quell’ansia ermeneutica, quel desiderio di andare oltre che ci si attende dall’arte”.
La Mostra è ispirata all’utopistica idea creativa di Marino Auriti che nel 1955 depositò all’ufficio brevetti statunitense il progetto di un Palazzo Enciclopedico, un museo immaginario che avrebbe dovuto ospitare tutto il sapere dell’umanità. Auriti progettò un edificio di 136 piani che avrebbe dovuto raggiungere i 700 metri di altezza e occupare più di 16 isolati della città di Washington. “L’impresa rimase incompiuta – racconta Massimiliano Gioni – ma il sogno di una conoscenza universale e totalizzante attraversa la storia dell’arte e dell’umanità e accumuna personaggi eccentrici come Auriti a molti artisti, scrittori, scienziati e profeti che hanno cercato – spesso invano – di costruire un’immagine del mondo capace di sintetizzarne l’infinita varietà e ricchezza. Oggi, alle prese con il diluvio dell’informazione, questi tentativi di strutturare la conoscenza in sistemi omnicomprensivi ci appaiono ancora più necessari e ancor più disperati”.  “Sfumando le distinzioni tra artisti professionisti e dilettanti, tra outsider e insider, l’esposizione adotta un approccio antropologico allo studio delle immagini, concentrandosi in particolare sulle funzioni dell’immaginazione e sul dominio dell’immaginario. Quale spazio è concesso all’immaginazione, al sogno, alle visioni e alle immagini interiori in un’epoca assediata dalle immagini esteriori? E che senso ha cercare di costruire un’immagine del mondo quando il mondo stesso si è fatto immagine?”.

CONDIVIDI POST

Rimani Connesso

Altri Aggiornamenti