Quello di Fabrizio Di Marco, scrittore, ormai non è più solo un gioco

di STEFANIA SILVANO

 

RECENSIONE DEL ROMANZO THRILLER “E’SOLO UN GIOCO”

DI FABRIZIO DI MARCO – ED. LEONE – 2025

Elegantissimo e sofisticato thriller l’ultimo lavoro di Fabrizio Di Marco “E’ solo un gioco”, edito dalla casa editrice Leone. Il romanzo, frutto della mente logico-matematica del suo autore che non lascia nulla al caso o all’improvvisazione, introduce ed accompagna il lettore nei due mondi paralleli del web e della realtà, in cui alcuni personaggi, magistralmente presentati, risultano possedere una identità doppia che si muove, con disarmante coscienza, sia nel mondo reale sia in quello virtuale.

Il ritmo del racconto varia a seconda delle situazioni: veloce ed incalzante nelle scene d’azione, calmo e rallentato nelle sequenze descrittive e dialogate, vero fiore all’occhiello dell’intero libro. Il lettore si trova immediatamente catapultato all’interno della storia e, quasi come se fosse lui stesso un personaggio non giocante, si trova coinvolto nella vicenda di un film tridimensionale. Le sconvolgenti morti lasciano senza fiato e la tensione si allenta soltanto nel passaggio fra un capitolo e l’altro, con il cambio di scena.

I capitoli sono brevi e di agevole lettura. La presentazione dei personaggi avviene in modo progressivo, lentamente. Il lettore può, quindi, focalizzare l’attenzione su nomi e particolari che non risultano mai insignificanti ma che vengono ripresi nel corso del romanzo con delicata maestria, donando a chi legge la bellezza di una immersione completa nell’opera.

La vicenda si svolge principalmente a Bologna, teatro di alcune morti apparentemente scollegate fra loro. In realtà le vittime hanno in comune la passione per una challenge online che li porta a vivere situazioni estreme e pericolose e, talvolta, a morire. Il lavoro di ricerca dell’autore e le affinità con casi di cronaca reali, aggiungono all’opera quel senso del verosimile che sconvolge e intimorisce. I detective si muovono nella storia con la disinvoltura di chi è avvezzo al pericolo e alla morte. Una novità è rappresentata, invece, dal gruppo dei ragazzi giovani, fra cui il nipote del protagonista e i suoi amici, che assumono in parte il ruolo di aiutanti, in parte restano in una zona d’ombra sospesa che accompagna il lettore fino all’ultima pagina.

Non manca la sensualità, l’amore in tutte le sue forme, gli ammiccamenti furtivi nelle scollature delle donne, le attrazioni fatali fra i personaggi e l’amore per il cibo, che rappresenta, in alcuni punti, una pausa rilassante, come i boccali di birra fresca e le soste nei bar, sia in quelli malfamati delle periferie, sia nei locali della movida degli universitari bolognesi. Tali sequenze si alternano a scene più cruente, in cui lo sfondo è il calore del sangue. Anche i personaggi minori, brutti ceffi a volte, sono fondamentali nell’armonia della narrazione.

La vicenda, nell’ultima parte del romanzo, si svolge anche in un Abruzzo interno, misterioso e inaccessibile che fa da sfondo alla conclusione della storia.

Ma la “piccola blu” di un ultimo colpo di scena rende questo thriller magistralmente cinematografico. Per dirla con le parole dell’autore: “Come fai a dire che non ti piacciono i gialli se non li leggi?”

 

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