Al Piccolo Teatro Orazio Costa di Pescara, “Una vita a domino”. Di quando il fascismo deportava gli omosessuali

Nono appuntamento, domenica 2 marzo alle 18,30, con la stagione del Piccolo Teatro Orazio Costa di Pescara, intitolata “Il teatro delle parole”. La direzione artistica è dell’attore Domenico Galasso, che ha fondato e dirige il teatro suddetto.

Lo spettacolo in cartellone questa domenica pomeriggio si intitola “Una vita a domino”, di e con Alfredo Traversa. Tra vicende comiche, drammatiche e grottesche, canzonette e balletti, la parabola di Domenico, pescatore, trova il suo apogeo nel fatidico 1939. Deportato – solo per non avere fatto il saluto fascista al podestà di Bari – a San Domino, l’isola delle Tremiti dove, per volontà del Duce, venivano confinati gli omosessuali. Un paradiso naturale trasformato in un purgatorio con i tratti dell’inferno. Una delle pagine più oscure e indicibili di quegli anni. Li chiamavano femminielli, pederasti, arrusi. Decine di gay prelevati e trasportati in blocco in mezzo all’Adriatico, banditi dalla società perché non “rovinassero” l’immagine del regime. E il loro esilio poteva durare anche cinque anni. Furono 60 gli omosessuali deportati a San Domino, costretti a vivere dentro casermoni di cemento senza acqua né elettricità. Venivano dal sud al nord della penisola, erano studenti, contadini, operai, calzolai e sarti. Sveglia all’alba e coprifuoco alle 8 di sera, quando una campana segnava il momento del loro rientro coatto nelle camerate sotto il controllo dei fascisti.

1939. In quello stesso anno Aldo Moro viene assunto all’Università di Bari e vede la luce Batman, con i fumetti del supereroe che invadono il mondo. Domenico, deportato sull’isola di San Domino, si districa tra i dialetti regionali facendo amicizia con gli altri confinati. Uno sguardo ironico e peculiare sull’Italia di quel tempo, attraverso le storie di personaggi interpreti di singolari frangenti di vita. Un affresco dell’Italia di allora, dell’Italia di sempre. Nel campo di prigionia dell’isola, tra le prove teatrali, l’arrivo di nuovi deportati e altre storie imbevute di riso amaro, si dipana l’esperienza catartica di questo pescatore. Qui il link dello spettacolo: https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=hBWxt-LFBi4

È consigliata la prenotazione.

I biglietti sono acquistabili sulla piattaforma Oooh.Events https://oooh.events/evento/una-vita-a-domino-2-marzo-2025-ore-1830-biglietti/(intero 15€ – ridotto, +65anni, 12€) o anche al botteghino. Per informazioni e prenotazioni, inviare un messaggio WhatsApp o chiamare al 3515566694.

Ricordiamo che il Piccolo Teatro Orazio Costa è ubicato a Pescara. in via D’Annunzio 29 (a due passi dalla chiesa di San Cetteo). Il nome della struttura non è casuale: è un omaggio, deliberato, a quello che viene considerato il più grande pedagogo teatrale del Novecento e di cui Domenico Galasso (formatosi alla prestigiosa Accademia D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma) è stato allievo. Suoi compagni di corso, nell’ultima e straordinaria classe di Costa, furono Alessio Boni, Luigi Lo Cascio, Pierfrancesco Favino, Fabrizio Gifuni, Pietro Faiella, Liliana Massari e Sandra Toffolatti. E questa seconda stagione teatrale sta macinando un sold-out dopo l’altro. Sarà che, nel suo piccolo grande spazio, le tavole del palcoscenico sembrano quasi un’estensione naturale delle sedute e degli spalti lignei della platea. Come ai tempi di Shakespeare, attori e pubblico formano un unico e amorevole organismo. Per un’ora o due si stacca la spina, accedendo a una dimensione alta, altra.

 

CONDIVIDI POST

Rimani Connesso

Altri Aggiornamenti