IL FUNK PRIMITIVO DEL FUTURO VIENE DALLA NUOVA ZELANDA

Doppia ragione per andare alla Lampara (sulla riviera nord di Pescara) questa sera. Perché ci sarà il concerto di una pittoresca e picaresca band neozelandese, l'”Orchestra of Spheres“. Perché sarà presentata l’associazione culturale Indierocket, e contestualmente avviata una campagna di sottoscrizione affinché possa svolgersi anche quest’anno, come è giusto che sia, l’omonimo e amato Festival rock indipendente pescarese, in moto da nove anni.

Appuntamento alle 22. L’ingresso è libero.

L’Orchestra of Spheres è la punta di diamante della “scena underground di Wellington”; insomma, un po’ la periferia paradisiaca del mondo a noi noto. Chi li vede dal vivo ne rimane irretito immediatamente. E’ successo per esempio a Caribou, che li ha poi fortemente voluti nell’edizione dell’All Tomorrow Parties da lui curata.

Una reputazione di “selvaggi animali da palco e house party costruita nel tempo grazie alle loro performance”, la loro. Nelle loro canzoni si inseguono e si scontrano “groove alieno, poliritmie africane, voodoo marcio, funk bianco deformato e dall’attitudine spacey, elettroniche d’accatto, percussività incessante ed eclettica, gamelan indonesiani, tradizionali del Borneo “, e quant’altro. Funk primitivo e modernissimo, per certi versi, quindi, il loro. Così lontano e così vicino.

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