VALENTINA E LOUISE, LE DONNE VENUTE DAL FUTURO

A Roma, a Palazzo Incontro (in via dei Prefetti), fino al 30 settembre da qualche giorno è in corso la MostraValentina Movie“, dedicata alla sensuale eroina disegnata dalla matita di Guido Crepax, scomparso nove anni fa. Valentina che, dalla prima volta che apparve, nel 1965 nel quarto numero della rivista Linus, si impose subito come icona erotica e simbolo di emancipazione. Valentina che, a differenza di Brigitte Bardot, non invecchierà mai. «Io voglio essere sempre diversa per non cambiare mai” una volta Crepax le mise in bocca queste leggendarie parole.

Rivoluzionaria frangetta nera, occhi febbrili e inquieti, movenze languide e pensieri perennemente in odore di anticonformismo. Non tutti sanno che Crepax la sua Valentina la modellò sulla falsariga di Louise Brooks, diva del cinema muto. E che con la Brooks il grande disegnatore e artista intrattenne una lunga corrispondenza privata.

Nella Mostra romana, realtà e fantasia sono sovrapposte, non esiste, intenzionalmente, un autentico leit-motiv. E chissà che Valentina, film mentale da decenni, non diventi presto un film “convenzionale”, possibilmente in barba alle convenzioni del tempo.

Centoventi tavole esposte, comprese storyboard, bozzetti originali e tavole in movimento. Valentina strega, viaggiatrice, fotografa, mamma, erotica, pasionaria, fragile. Valentina donna venuta dal futuro, proprio come Louise Brooks: nonostante il bianco e nero, o l’assenza di sonoro.

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