Martedì pomeriggio alle 18.30 presso la Casa del Teatro, a L’Aquila, all’interno della rassegna “Piazza d’arti e i possibili teatri“, Terrateatro, Teatro Stabile d’Abruzzo e gli attori diversamente abili del Teatro delle Formiche mettono in scena “Vivo nel vuoto“. Sul palco Angelo Titi, Antonio Agostini, Cristina Cartone, Giancarlo Costantini, Marco Massarotti, Stefania Scartozzi. Regia di Ottaviano Taddei. Video di Marco Massarotti. Foto di scena a cura di Fabio Di Evangelista.
Philippe Petit oggi ha 62 anni. E’ il più famoso funambolo della storia. La sua più grande impresa è stata quella compiuta nel 1974, quando attraversò su una fune le Twin Towers, le Torri gemelle di New York polverizzate dall’attacco dell’11 settembre, diventando così il poeta dell’aria.
Lo spettacolo “Vivo nel vuoto” è un omaggio a questo grande personaggio dei nostri giorni, originale ed eccentrico, un teatrante dell’aria che fa ancora sognare le nuove generazioni. Il progetto nasce da un percorso realizzato con gli attori disabili del Teatro delle Formiche che ha portato alla realizzazione di un primo studio dal titolo “Sognando Philippe”: la rappresentazione teatrale di martedì ne vuole essere la naturale prosecuzione.
“Tentare una improbabile emulazione di una “passeggiata” nel vuoto è una metafora, un tentativo di costruire una visione al limite della realtà. Importante non è quel momento di straordinaria magia; straordinario piuttosto diventa, invece, la sua preparazione, la strada che conduce verso l’irraggiungibile. Sullo sfondo ci appare chiaro, tanto da essere un contrappunto naturale della vicenda, il sogno americano e la sua grandiosità : le strade e i suoi suoni, le razze che respirano sotto quel cielo fatto di immense costruzioni, le luci e le insegne. Un sogno che sembra essersi infranto con l’11 settembre, ma che consegna ancora alla nostra memoria immagini mirabolanti: quelle di un puntino che cammina su una corda a 412 metri di altezza. Philippe Petit ha saputo donarci, con le sue imprese al limite della follia, un tentativo di annullare le distanze, di legarle per sempre. I suoi numeri sono veri spettacoli, come essi effimeri, durevoli soltanto poche decine di minuti. Quanto basta per segnalarci il senso della vita, la sua caducità e, allo stesso tempo, la sua grandiosità”.
Ha detto il grande Werner Herzog dice di Philippe Petit: “Mostra l’arte di colmare e illuminare il Vuoto, un vuoto tra due torri, due orli di precipizio, due pianeti, o lo spazio tra il cuore e lo spirito. Un filo collega ciò che sarebbe rimasto separato per sempre nella solitudine”.