A CASTELBASSO GLI ULTIMI 50 ANNI D’ARTE ITALIANA

Finalmente una Mostra sì retrospettiva, ma lungimirante, e di grande caratura e respiro,  in Abruzzo. Titolo: “Attraverso l’arte del ‘900 italiano. Pop Art, Arte Povera e tendenze del Contemporaneo“. Curatore: Francesco Poli. Location: Palazzo Clemente, in quello scrigno  raro che è la cittadina di Castelbasso. Il vernissage è previsto oggi pomeriggio dalle 18. La Mostra resterà aperta fino al 6 maggio e sarà visitabile tutti i giorni, dal martedì al venerdì, dalle 16 alle 20 (sabato, domenica, festivi e prefestivi dalle 16 alle 21). Ingresso a soli 5 euro.

Un anfiteatro naturale, Castelbasso, che si coniuga perfettamente all’evento che (ri)parte oggi. Promosso dalla fondazione Malvina Menegaz, in collaborazione con l’Associazione Culturale Viaindustriæ di Foligno, questo è un progetto che ricostruisce le vie dell’arte del secondo Novecento in Italia. Con una selezione di capolavori altamente rappresentativi del periodo che corre dai “favolosi anni ’60” alle tendenze più attuali e cogenti. E vale la pena di ricordare che l’iniziativa è stata possibile grazie alla presentazione di una collezione privata il cui illuminato artefice, in oltre trent’anni di ricerca, aveva messo insieme opere d’arte nodali, in una sorta di museo ideale delle arti visive del XX secolo.

Entrando più nello specifico, questo secondo appuntamento espositivo fornisce uno spaccato dei mutamenti intercorsi nei linguaggi dell’arte contemporanea e che sono a fondamento del fare artistico attuale. In mostra, con un imprinting volutamente didattico, i principali movimenti e le tendenze significative della seconda metà del Novecento, organizzati in piccole sezioni espositive, documentate dalle opere-chiave di quegli artisti che hanno contraddistinto il periodo storico in questione.
Ad aprire così l’esposizione, in termini cronologici, c’è un Décollage di Mimmo Rotella, rappresentante del Nouveau Realisme teorizzato da Pierre Restany, e la famosa Merda d’artista di Piero Manzoni, precursore del Concettuale italiano. Con le opere di Mario Ceroli e Valerio Adami dei primi anni Sessanta si intercettano i dettami della Pop Art, mentre i lavori di Bruno Munari, Getulio Alviani, Piero Dorazio ed Enrico Castellani precisano le istanze dell’Arte Programmata. In Mostra anche Giuseppe Chiari, unico artista italiano partecipante a Fluxus, ed Eugenio Miccini con la sua ricerca nell’ambito della Poesia Visiva, libera contaminazione tra parola e immagine. L’Arte Povera, fenomeno prettamente italiano teorizzato nella seconda metà degli anni Sessanta da Germano Celant, presenzia con nomi di artisti quali Alighiero Boetti, Mario Merz e Giulio Paolini. L’Arte Concettuale è testimoniata da due dei suoi protagonisti, Gino De Dominicis ed Emilio Prini, mentre con Franco Vaccari si documenta anche l’arte interattiva e sociale degli anni Settanta. Nella sala che chiude l’esposizione l’opera di Enzo Cucchi, indiscusso maestro della Transavanguardia, fortunata corrente battezzata da Achille Bonito Oliva, è affiancata alla figurazione retrò di Gian Marco Montesano, esponente della Pittura Mediale; le opere di Stefano Arienti e Mario Airò chiudono gli anni ‘80. Last but non least, l’ultimo decennio del secolo è testimoniato dai nuovi linguaggi multimediali di Luca Vitone, Sabrina Mezzaqui e Vanessa Beecroft.

Imperdibile. Da oggi pomeriggio a Castelbasso.

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