Odia i collant, e non simpatizza nemmeno per le canotte,
e le può capitare di ammalarsi per nudità sporadica in luogo pubblico.
Ma non è affatto una poseur.
Il rock ce l’ha annidato dentro.
Pescarese, romana d’adozione,
attrice e doppiatrice e scrittrice e studentessa modello e tanto altro ancora in nuce,
Luisiana Di Federico è bella, molto,
e di una bellezza sofisticata ma non distante, poetica ma non astratta, sensuale ma zero volgare.
Il rock è sogno, frontiera, carne e libertà.
La rivista Rolling Stone Italia l’ha scelta come “rocker del mese”.
Alcuni scatti di Guen Fiore la vedono magnetica protagonista in decine di migliaia di copie e in centinaia di migliaia di clic.
Luisiana mentre beve una tazza di qualcosa, fuma e sorseggia birra, stringe a sé una copia di Rolling Stone, senza guardarlo mai esplicitamente l’obiettivo.
Luisiana Diva ritrosa e laterale fatta di una quintessenza scelta della nostra epoca.
Rinascessero Truffaut, Godard e Rivette la vorrebbero loro musa 2.0, chissà.
La conobbi per caso e fu subito per me, intanto per me, “attrice-feticcio”.
Le sue foto su Rolling Stone hanno fatto il giro d’Italia e del web.
E si è scatenata puntuale la minuscola spuntata gazzarra brandita dalle solite anime belle di certo pseudo-indie rock all’italiana.
La naturalezza e il principio di realtà terrorizzano chi si è costruito un nuovo account di verginità sui social network, si sa,
bastian contrari d’operetta, “cittadini giornalisti” senza lettore e senz’am0re.
“Ma questa si spara le pose”, “Ma che siamo a Vogue”, “‘ste tipe sembrano gossip girl in versione emo”, “chiamate Barbara D’Urso”, “allora dateci pure una Pausini borchiata su Chi”.
In sua difesa è sceso però un vero rocker di razza, una delle pochissime anime salve del rock italiano, il nostro amico Umberto Palazzo, demistificando definitivamente da par suo:
“Vedo che va molto il “niente sesso, siamo rocker”. Spiegato il motivo per cui il rock non tira più. In tutti i sensi”; “Un po’ di carne e sensualità, diamine. A leggere certi commenti sembra di leggere i lettori dell’osservatore romano. Quand’è che il rock’n’roll è diventato sessuofobo?”; “E perché le attrici di Gossip girl sono brutte? A me fanno sangue”.
Applausi per Umberto. Altro che, non so, Enrico Silvestrin in consolle, o i Massimo Volume su disco.
Luisiana un po’ assomiglia alla cantante dei The Kills giovane, un po’ a nessun’altra.
Intanto balla da sola.