TORINO CON VISTA DAL BORGO, INCANTATO, DI ROSI

Arrivare il giorno di Ferragosto, in una Torino desertificata, la prima volta nella capitale sabauda per chi vi scrive, sensazione straniante, ulteriormente affascinante, divagando lievemente dal centro, ma davvero leggermente.

Trolley in mano, ci ritroviamo catapultati dentro un segmento urbano signorile e fuori dal tempo. Strade intessute di storia, e di quarti di nobiltà galleggianti nell’aria, sulla destra del lungo Po, risalendo in salita dal centro, ma giusto un po’.

Per arrivare ci facciamo il lungo viale Quintino Sella, il mitico ministro del pareggio del bilancio, correva l’anno 1865, se le mie reminiscenze scolastiche hanno ancora un senso. Riusciamo a perderci ma ci viene in soccorso sulla strada Rosi, la proprietaria di questo B&B che in verità è un appartamentino reale soltanto a prezzi da B&B, dove trascorreremo, dolcemente cullati, le ultime tre giornate di questo nostro variopinto tour di piena estate, dopo Verona, dopo il Trentino.

Tra puntate a Palazzo Reale, escursioni edificanti al Museo nazionale del Risorgimento, un bis di Mostre a Palazzo Madama (i tesori dell’Ermitage più una retrospettiva su Elliott Erwitt), lunghe peregrinazioni diurne sotto i portici di via Po a caccia di qualche affare in tempo di saldi perenni, abbuffate di focacce e farinate liguri (acqua rigorosamente “del sindaco”), incontri mistici notturni con grandi e misconosciuti aedi del territorio, con gran finale, serale e domenica-mattutino, dentro la Mole Antonelliana, lì dove magicamente sorge il Museo nazionale del cinema, con tanto di ascesa per le foto di rito in ascensore panoramico (e di spavento perfettamente auto-rinnovantesi, in quasi epoca di cinema 4D, alla visione da parte nostra e dei nostri coevi del primo film ufficiale della storia, il “numero” dei fratelli Lumière, quando il treno sembrò e può sembrare tuttora come uscire dallo schermo, per accingersi a farci tutte  a polpette…).

Ma torniamo al B&B “Al Borgo“, senza di cui la nostra visita nell’ex capitale d’Italia avrebbe probabilmente assunto tutt’altra cifra e pathos. Torniamo in questo gioiello, di stile e di funzionalità, incastonato tra il fiume su cui si affaccia la rinascimentale chiesa della Madonna del Pilone e la collina, nei luoghi in cui visse e scrisse Emilio Salgari, un angolo di Torino ancora rilassato, residenziale, con poche auto, eppure a pochi passi dal centro della città, agevolmente raggiungibile con mezzi pubblici o con una bella camminata.

“Arrivare e riposare. Leggere e rilassarsi. Scrivere e volersi bene. Ogni oggetto è stato pensato per non essere “niente di speciale”, ovvero quello speciale che fa sentire a casa”. Tutto vero, col senno sia del “durante” che del poi; anzi, le parole che campeggiano sul suo sito internet (http://www.alborgocasa.it/) non restituiscono se non in parte la bellezza di un soggiorno al Borgo.

Un intero appartamento lasciato a disposizione di noi ospiti. E già quando entri ti accorgi che qui tutto è “una questione di qualità”, caracollando nel vestibolo, dove ti accoglie la galleria fotografica di Roberto Tarallo, che ritrae alcuni grandi personaggi della musica contemporanea e jazz; poi il living per la colazione e il relax, e il bagno riservato.

E’ straordinaria la premura (e l’agio) di cui Rosi riveste il soggiorno dei suoi clienti. Che siano “turisti occasionali d’affari” o coppie in luna di fidanzamento o stranieri di passaggio. Buon gusto, la parola d’ordine. Al Borgo nulla è lasciato al caso. E tutto sa di bello. Al Borgo nulla è appiccicato a caso. La classe è merce rara e Rosi ne possiede, senza ostentarla, in quantità sconfinate. Se abbiamo amato istantaneamente Torino è stato grazie a lei, che ha saputo indirizzarci e motivarci, in modo felpato e discreto ma mai distaccato. “La bellezza salverà il mondo”; e allora, donne come Rosi meriterebbero un posto di primissimo rango,  anche a livello politico perché no. E ancora grazie.

Tra i numerosi servizi offerti, il wi-fi gratis, la tv in camera di ultima generazione, e una colazione da leccarsi i baffi, fatta di torte e dolcetti preparati nel rispetto della cucina naturale con particolare attenzione alla scelta degli ingredienti bio, alla loro stagionalità e ai prodotti artigianali locali di eccellenza. A corredo, frutta fresca, yogurt, marmellate, tè, latte e caffè. Noi siamo stati fortunati, e abbiamo potuto gustarcela all’aperto, in terrazza, tra il verde delle piante e i fiori colorati.

E’  dolcissimo vivere nel Borgo di Rosi.

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