E ALLORA, NEI MOMENTI DI DÉJÀ-VU, C’È (GOOGLE) STREET WIEW

Su Internet c’è molto più di qualunque cosa uno possa immaginare. È una specie di realtà al cubo, c’è tutto e infinitamente più di tutto e infinitamente più di tutto di tutto. Il Web come un tutto potenzialmente collegato a un mega-tutto, come un’utopia che ci regala una libertà mai vista prima. Il Web è quasi istantaneo; non occupa alcun tempo se non l’incubo di un costante presente. Tutta superficie e niente volume. Tutto presente e niente passato. Come noi giovani d’oggi. A cosa serve Internet? Ad andare su Internet.

E ricorda sempre. Memento. Solo se tagghiamo spesso e volentieri gli altri, saremo ben taggati dagli altri. Solo se commentiamo spesso e volentieri gli aggiornamenti di stato degli altri, i nostri aggiornamenti di stato saranno commentati dagli altri. Solo se scriviamo continuamente “conta questo, conta quello”, crederemo di contare veramente, ed è questo quel che solo conta. Solo se gridiamo a laceradita la nostra sempre anticonformistica visione del mondo, ci accorgeremo, oramai un po’ insperatamente, di possederne una. Solo se abbiamo raccolto una buona messe di mipiace nel corso della giornata appena consegnata alla cronologia dei file temporanei, potremo andare a letto sereni ed eccitati, a sognare nazioni di poderose miss burlesque dell’account accanto.

Marcel Proust scrisse che il più bel libro dei sogni è l’orario dei treni: una stupefacente novità tecnologica, in effetti, alla sua epoca. Su quelle pagine potevi fantasticare di viaggi esotici, assaporando il fascino di città e Paesi impensabili. Chissà cosa penserebbe oggi l’autore della Recherche delle Google Maps. Tu ti siedi comodo davanti al computer e ti compare il mondo, quello vero, sul monitor. In pixel. Uno strano mondo, certo, iperrealistico e anche un po’ surreale: mai che tramonti il sole, mai due gocce di pioggia. Ma vuoi mettere. In tempi di crisi puoi trascorrere dei weekend perfetti grazie alla funzione street wiew di google maps.

Poi c’è la nostalgia, l’effetto madeleine proustiana. Alla ricerca del tempo perduto. Scorazzando per le google maps puoi ritrovare la casa incantata dove da bambino hai vissuto. L’appartamento in collina di quella ragazza tutte curve che tanto hai desiderato. Quel citofono in pianura che col ceppetto tante volte hai tormentato. Quello sgangherato ostello spagnolo dove hai scoperto il sapore acre, ubriacante e anche un po’ hardcore della libertà.

Mangiare sano mantiene sana la mente, tonifica il corpo, allunga la vita. Lo stesso accade attraverso un uso corretto e consapevole dei nuovi media. Come per ogni dieta che si rispetti, la quantità non può prescindere dalla qualità. Eccovi quindi un menù quotidiano calibrato per un’alimentazione new mediatica equilibrata. Giochi: un’ora al giorno. Facebook: un’ora e un quarto al giorno. Twitter: quarantacinque minuti al giorno. Media tradizionali: due ore e dieci minuti al giorno. Community e blog: un’ora. Podcast: un’ora. Youtube: un’ora. Tv: tre ore al giorno. Sonno: dalle sei alle nove ore al giorno. Lavoro: otto ore al giorno.

Nel web 2.0 le giornate durano molto più di 24 ore. 

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