ECCO SUTOR, IL NUOVO, ATTESO SPETTACOLO DI OLIVA E MAMBELLA

27751842_1934000720153967_3354244126290473174_nAL VIA SABATO, CON “SUTOR”, LA QUARTA STAGIONE DEL FESTIVAL LA CULTURA DEI LEGAMI

Ha inizio questo sabato, 24 febbraio, la quarta edizione del Festival “La cultura del Legami”, ideato e diretto da Edoardo Oliva del Teatro Immediato. In collaborazione con il Museo delle Genti d’Abruzzo e il Comune di Pescara.

La rassegna comincia con la nuova produzione originale del Teatro Immediato, Sutor, scritta da Vincenzo Mambella, in scena Edoardo Oliva (che cura anche la regia) insieme allo stesso Mambella.

È previsto un doppio spettacolo: la prima sabato 24 febbraio alle 21, la replica domenica 25 febbraio alle 18, sempre all’Auditorium Petruzzi.
Biglietti: intero € 12 – ridotto € 10
Prenotazioni al 3336530249
Al termine della replica di domenica 25 febbraio si terrà un incontro con gli artisti a cura di Paolo Verlengia, che curerà anche il rendez-vous inaugurale di sabato 24 febbraio alle 18 al Museo delle Genti d’Abruzzo (con ingresso gratuito) intitolato “Le nuove tendenze del teatro contemporaneo”. Ad animare il dibattito, oltre a Verlengia, ci sarà Simone Nebbia di “Teatro & Critica”. Seguirà aperitivo.

Sutor succede allo straordinario exploit, lungo tutta la penisola, di Caprò, il precedente spettacolo del duo Oliva&Mambella. Sutor è una giornata dentro la vita, apparentemente normale, di due fratelli calzolai, spiati nella loro intima solitudine mentre costruiscono e riparano scarpe: strumenti di percorsi e passaggi di quell’umanità in cui hanno scelto di stare ai margini. Da tempo il loro ingranaggio, quello che li collegava al moto perpetuo dell’esistenza, si è consumato e non gira più in sincrono. Dalla fissità delle loro postazioni, chini sulle forme e sugli attrezzi, i due tagliano, cuciono, battono, limano: pelli, tacchi, suole ma anche visioni, dubbi, certezze sulla vita e i suoi misteri. Attraverso ricordi, affettuose schermaglie e teorie sempliciotte e sgangherate, cercano ossessivamente di sagomare le proprie convinzioni, tra loro molto distanti, dentro gli sghembi profili che umano e divino hanno disegnato nel tempo, mentre da lontano lentamente riaffiora l’origine di quel tormento che ha immobilizzato le loro orme ma che ora, finalmente insieme, troveranno la forza di affrontare.
Sutor chiude la trilogia su “Destino e destinazioni” iniziata con Caprò e proseguita con Gyneceo. I greci dicevano “istemi”, stare, essere fermi, “destinarsi” come “prepararsi”. Se in Caprò l’ineluttabilità del destino si compiva nella destinazione e in Gyneceo era il ritorno dalla destinazione a rivelare il destino, in Sutor è il movimento immobile verso la destinazione a dare forma e sostanza al destino. E lo smarrimento diventa il fiume in cui nuotare controcorrente, l’arte della fuga verso la sorgente, l’infinita ed estenuante attesa dell’agognato approdo a cui lasciarsi andare, stremati, dolcemente.

“Non è la destinazione che crea il destino ma è il destino che crea la destinazione.”

Tema di questa quarta edizione del festival “La cultura dei legami” è “Smarriti”. “Questo è il filo rosso, la poetica che lega i protagonisti delle opere rappresentate, smarriti e alienati tra perdite d’identità a causa della perdita di lavoro, e lo smarrimento della fede di un prete dopo che la malattia ha cancellato la sua mente; tra  la vita di due uomini semplici ossessionati e sovrastati dagli interrogativi esistenziali della vita, e “l’uomo” abbandonato dalle “divinità” a se stesso, alla sua  incertezza e solitudine – spiega il direttore artistico della rassegna, il regista e attore teatrale Edoardo Oliva -. Ancora una volta sarà la contaminazione dei linguaggi il mezzo attraverso cui esploreremo  le suddette tematiche”.

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