LA MIA RESISTENZA: GIOVANE 70 ANNI FA

Esce per Donzelli il libro autobiografico di Claudio Pavone,

tra i più grandi storici viventi (lui di primavere ne ha 95), dal titolo “LA MIA RESISTENZA – Memorie di una giovinezza“.

Collana Saggine.

Una lettura illuminante nei giorni in cui ricorre il settantesimo della Liberazione.

Il libro sarà presentato venerdì 24 aprile alle 10.30 in Campidoglio, a Roma, con una lezione magistrale di Guido Crainz.

«La sera del venticinque luglio sentii
il rumore di gente che passava per la
strada vociando. Mi affacciai alla
finestra e vidi due uomini di mezza
età che allargavano le braccia come
chi si è tolto un peso di dosso
gridando “finalmente!”. Mi
precipitai in strada e mi accodai ai
molti altri che camminavano
gridando. Questo fu il modo in cui
appresi la caduta di Mussolini».
È davvero una grande fortuna che il più autorevole storico della Resistenza
– l’autore di quel libro sulla Guerra civile che ha rappresentato un punto di
svolta di tutta la nostra coscienza storica – decida di raccontare la sua
esperienza di quegli anni. Ed è veramente una felice coincidenza che le sue
memorie di giovane militante antifascista prendano la forma di questo
piccolo libro prezioso proprio nel momento in cui ricorre il settantennale
della Liberazione. L’autore rievoca i mesi dal 25 luglio del 1943 al 25 aprile
del 1945, quelli tra i suoi ventidue e ventiquattro anni di età. In uno stretto
rapporto tra vicende individuali e grandi eventi pubblici si snoda, tra ricordi
e riflessioni, tra emozioni e pensieri, una narrazione concreta e in qualche
modo quotidiana di sé e di molti altri.
Pavone è sospeso in quei mesi tra un antifascismo ideale – declinato in
maniera incerta tra il cattolicesimo da cui proviene e il socialismo e
l’azionismo che lo attraggono – e il bisogno di agire che lo porta alla
militanza clandestina. Dopo l’8 settembre, in una Roma piena di angosce e
incertezze, una buona dose di sfortuna lo farà arrestare dalla polizia
fascista. Rinchiuso a Regina Coeli, incontrerà numerosi altri antifascisti, da
Leone Ginzburg a Ruggero Zangrandi.
Qui nascerà anche l’amicizia col vecchio comunista dissidente Nestore
Tursi, che gli farà da maestro. Trasferito nel dicembre 1943 nel carcere di
Castelfranco Emilia, ne uscirà nell’estate del 1944, con l’obbligo di
arruolarsi nell’esercito repubblichino. Scapperà a Milano, dove sotto falso
nome intesserà i fili di una nuova attività clandestina. Il 25 aprile del 1945
sarà tra la folla di piazzale Loreto, prima di farsi prendere coi suoi compagni
dall’allegria di Milano nei primi giorni di libertà.
Claudio Pavone (Roma, 1920), dal 1943 al 1945 svolge attività clandestina
prima a Roma, poi a Milano, trascorrendo un periodo in carcere. Nel 1948
vince il concorso di archivista e da allora al 1974 lavora negli archivi di
Stato, curando fra l’altro, con Piero D’Angiolini, i tre volumi della Guida
generale degli archivi di Stato italiani e redigendo il testo della legge sugli
archivi del 1963. A partire dagli anni cinquanta, si dedica alle ricerche
storiche, studiando soprattutto la storia istituzionale dell’Italia post-unitaria
e il nodo fascismo-guerra-Resistenza. Dal 1974 al 1990 è professore di
Storia contemporanea presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Pisa. Ha
pubblicato tra l’altro: Amministrazione centrale e amministrazione
periferica da Rattazzi aRicasoli, 1859-1866, Giuffrè, 1964; Una guerra civile.
Saggio storico sulla moralità nella Resistenza(Bollati Boringhieri, 1991); Alle
origini della Repubblica.Scritti su fascismo, antifascismo e continuitàdello
Stato (Bollati Boringhieri, 1995); Intorno agli archivi e alle istituzioni. Scritti
(a cura di I. Zanni Rosiello, Direzione generale per gli archivi, 2004); Prima
lezione di storia contemporanea (Laterza, 2007) e, con Norberto Bobbio,
Sulla guerra civile.La Resistenza a due voci (Bollati Boringhieri, 2015). Per i
tipi della Donzelli ha curato il volume Novecento.I tempi della storia (2008).

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