LA VEDOVA ALLEGRA A CHIETI

La vedova allegra, con Matteo Micheli e Eleonora Pirondi. E con Mirko Zeta. Regia di regista Marco Prosperini.

Appuntamento domenica (16 marzo) pomeriggio alle 17 al Marrucino di Chieti.

Direttore musicale: Maria Sicari. Coreografie di Monica Emma. 

Torna la Grande Operetta al Marrucino.

«Il Barone Zeta, Ambasciatore del Pontevedro a Parigi, riceve un ordine tassativo dal proprio governo: la signora Hanna Glavari, giovane vedova del banchiere di corte, deve a tutti i costi risposarsi con un compatriota. Infatti se dovesse passare a seconde nozze con uno straniero, il suo capitale, valutato 100 milioni di dollari, abbandonerebbe la Banca Nazionale Pontevedrina e, per la “cara Patria”, sarebbe la rovina economica. Il Barone Zeta, coadiuvato da Niugus – cancelliere  un po’ pasticcione – tenta  di convincere il Conte Danilo Danilowich, segretario all’Ambasciata di Parigi, a sposare la ricca vedova. Danilo però non ne vuole sapere perché, fra lui ed Hanna c’è già stato flirt prima che lei sposasse il banchiere Glavari ed ora Danilo, ferito nell’orgoglio, non vuole assolutamente ammettere di essere ancora innamorato di Hanna. Da parte sua la vedova, pur amando Danilo, non lo vuole dimostrare e fa di tutto per ingelosirlo. Durante una festa, che Hanna organizza nella sua villa, sia per vedere le reazioni di Danilo e sia per salvare l’onore della moglie del barone Zeta, la ricca vedova dichiara a tutti gli invitati che intende sposare un francese: il sig. Camillo De Rossillon. Danilo furioso abbandona la festa. Tutto sembra perduto, ma Niegus, più per caso che per merito, riesce a sciogliere l’equivoco e a far confessare ad Hanna e Danilo il loro amore reciproco…”.
“La vedova allegra” è l’operetta più popolare di tutti i tempi: rappresentata per la prima volta a Vienna il 30 dicembre del 1905 arriva in Italia due anni dopo, nel 1907, prima a Trieste e successivamente a Milano.  Da allora, in tutta Europa “La vedova allegra” non finisce di incantare il pubblico, tanto che anche da alcuni anni anche i teatri lirici di tradizione ospitano l’allestimento di operette, un segno della riscoperta di un genere ingiustamente considerato minore, ma che invece annovera in Franz Lehàr, Offenbach, Richard Strauss, Suppè, autori di supremo livello.

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