NEW YORK S’INNAMORA DEL FUTURISMO ITALIANO

È approdata al Guggenheim Museum di New York, arcinoto  museo di arte moderna e contemporanea,

e ci resterà fino al primo settembre,

la più complessa mostra sul Futurismo mai realizzata fuori d’Italia.

Oltre 360 opere e più di 80 artisti rappresentati.

Italian Futurism, 1909–1944: Reconstructing the Universe.

“Non c’è mai stata una grande mostra sul Futurismo italiano negli Stati Uniti”, spiega Vivien Greene, curatrice della mostra che aggiunge: “New York è una città moderna, per questo possiamo fare un parallelo con la tecnologia e la velocità alla quale guardavano i futuristi”.

Gli abitanti e turisti della Grande Mela vedranno sculture, quadri, scritti, manifesti del movimento insieme alle primissime sperimentazioni cinematografiche e sonore, come i film in bianco e nero di Antonio Giulio Bragaglia del 1916.

Dal manifesto del fondatore del movimento artistico, Filippo Tommaso Marinetti, ai tempi soprannominato “Caffeina d’Europa”,

la mostra si snoda in ordine cronologico lungo la famosa rampa razionalista elicoidale del museo.

I futuristi avrebbero apprezzato.

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