LA LUCE, L’UOMO, IL COSMO: FRANCOIS BUCHER A VENEZIA

Si chiama François Bucher

ed è l’artista scelto per rappresentare la Colombia al Padiglione America Latina nella 55esima  Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia, su invito del curatore Alfons Hug.

Il contesto-principe è quello dell’esposizione “El Atlas del Imperio”, che «esplora i nuovi aspetti geopolitici dell’arte contemporanea, nelle esperienze di fertilizzazione reciproca tra artisti latinoamericani ed europei, presentando il tema con una struttura comunicativa ed espositiva complessa ed intrigante dove emerge il costante dialogo tra culture».

L’artista François Bucher, perfettamente coerente con questo concetto, espone una grande video installazione intitolata “The Second and a Half Dimension – An Expedition to the Photographic Plateau”, realizzata nel 2010.

L’opera dell’artista colombiano è basata sul racconto di Severiano Olivares, non un semplice guardiano ma una vera e propria memoria storica dell’altipiano nella meseta di Marcahusi (Perù), un luogo leggendario situato a 4.000 metri di altitudine.

L’artista, che vive e lavora a Berlino da anni, guidato dallo storico guardiano del parco ripercorre le tappe della celebre esplorazione di Daniel Ruzo, che per primo negli anni Cinquanta scoprì il luogo denso di millenario sculture: grandi blocchi di pietra naturale scolpiti con una tecnica particolare che rivelano, a seconda della posizione dei raggi solari, figure antropomorfe,
zoomorfe e mitologiche.
«Bucher ricostruisce meticolosamente le tappe e le teorie dell’archeologo Ruzo, indagando minuziosamente la
storia e riportando le tracce della sua ricerca esponendo assieme al video anche una fotografia dello
sterminato archivio dell’esploratore e una lettera della Royal Society of London che contiene la spiegazione
della nuova metodologia di Ruzo, che rappresenta il suo contributo scientifico alla ricerca archeologica.
Entrambe fanno riferimento ad una scoperta sensazionale: dal negativo fotografico si potevano vedere altre
forme rispetto al positivo, proprio da qui nacque la curiosità di scoprire meglio quello che sarà poi
denominato parco delle sculture con figure, volti umani e animali incisi nella roccia visibili soltanto in
determinate ore e periodi dell’anno perché realizzati con una tecnica che teneva conto dei raggi solari e
lunari».
Come scrivono Halfons Hug e Paz Guevara nel catalogo della mostra El Atlas del Imperio “Bucher torna
sui sentieri e sulle colline già percorse da Ruzo per guidarci attraverso la sua opera The Second and a Half
Dimension – An Expedition to the Photographic Plateau, in un esercizio di percezione tra l’osservatore, la
pietra, il Sole e l’asse terrestre, rivelando l’aspetto fotografico di questa esperienza – in quanto si tratta
dell’impressione della luce – e la convergenza tra l’uomo, il mondo e il cosmo”.
L’opera di François Bucher è visitabile presso il Padiglione America Latina-IILA, alla 55. Esposizione
Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia, Isolotto dell’Arsenale. Fino al 24 novembre 2013.
François Bucher, nato nel 1972 a Cali, Colombia. Vive e lavora a Berlino, Germania, e a Parigi, Francia. È un
artista, scrittore, co-editore e fondatore di Valdez Magazine. Il suo lavoro video è legato costantemente con le trame
della storia, della politica e del passaggio dell’immagine dal cinema alla televisione. Si concentra particolarmente su
questioni etiche, come il limite sottile tra la violenza e l’immagine della violenza stessa. Ha esposto le sue opere in tutto
il mondo ed ha lavorato a livello internazionale presso istituzioni e festival tra cui la Tate Britain (Londra),
l’indonesiano Independent Film Festival, e l’Kassel Documentary Film Festival.

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