La Black Vagina Records annunzia con gaudio e spensieratezza l’arrivo di “Goodbye Neil”, secondo disco dei giovani e promettenti Ground Wave, umbri, da Foligno, il cui senso profondo ha ispirato la famosa dichiarazione di Woody Allen: “Secondo gli astronomi moderni, lo spazio è finito. Un pensiero confortante per chi, come me, non si ricorda mai dove ha lasciato le cose.”
Si tratta infatti di un concept album su un viaggio nello sconfinato universo, tra momenti impegnati e altri estremamente giocosi. A tal proposito, allo scopo di fornire uno sguardo completo sull’album in questione, s’avanzano due possibili versioni e chiavi dl lettura, entrambe autorevoli e autosufficienti. Solo che una è seria, l’altra più faceta.

Versione seria: Esce il 27 aprile per la Black Vagina Records “Goodbye Neil”, secondo album del trio spaziale comunemente noto come Ground Wave, il primo con la rinnovata formazione che conferisce al lavoro un sound in bilico tra post rock, melodiche dissonanze e un’insolita leggerezza liberamente ispirata ai passi degli astronauti alla scoperta di nuovi pianeti, in totale assenza di gravità. La libertà interpretativa è alla base delle nuove canzoni del gruppo, che oltre ad avere testi in lingua inglese, presentano una struttura volutamente irregolare dove liriche e impennate sonore si alternano nel modo che più appare spontaneo e naturale alla band.

Versione faceta: Da un grande podere derivano grandi responsabilità. I Ground Wave sono esploratori dello spazio. Percorrono le praterie lunari con l’eleganza di un Roberto Bolle in acido. Il loro problema è che le loro tute spaziali sono adamitiche per far risaltare gli addominali scolpiti e non gli arriva tanto sangue al cervello. Ma so fatti cucì, vogliatevici bene. (da una dichiarazione ufficiale del presidente Mirko Maria Castellani detto Chicco).

Bando al serio, e al faceto: abbiamo ascoltato questo disco; è bellissimo, ve lo consigliamo proprio.