A CHI “È ITO” IL NOBEL DELL’ARCHITETTURA? A TOYO

Insomma, in fondo se ne parlava da dieci anni, e in Abruzzo stava quasi diventando uno zimbello per via del suo Bicchierone di Vetro accartocciatosi senza alcuna gloria ad appena due mesi dal suo roboante insediamento. Ma la notizia che Toyo Ito, archistar giapponese di 71 anni, quarant’anni di carriera alle spalle, ha vinto l’ultima edizione del premio Pritzker, un po’ l’equivalente del Nobel in ambito architettonico, è di quelle che meravigliano, ma fino a un certo punto.

Il premio Pritzker incorona chi si è distinto per aver realizzato opere caratterizzate da una fusione di “talento, visione  e impegno”; contributi consistenti e significativi all’umanità e all’ambiente.

Sicuramente la Giuria non faceva riferimento al Calice di Vino in plexiglass che proprio in questi giorni sta per essere definitivamente rimosso da Piazza Salotto, direzione piazzale del Museo Michetti di Francavilla.

Ma Toyo Ito (quindi esiste veramente) si è fatto conoscere per altri lavori più o meno monumentali, musei, stadi, centri commerciali global: dalla mediateca di Sendai all’imminente Taichung Metropolitan Opera House, in via di ultimazione a Taiwan, su una superficie di 620 mila quadrati.

Premio a Toyo, presidenza della regione al redivivo D’Alfonso?

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