«PESCARA CITTÀ DANNUNZIANA, PROTESA VERSO L’IMPRESA»

Ecco la lettera, integrale e trionfante, del sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia dopo la Settimana Dannunziana:

«Dopo otto giorni di eventi, iniziative, manifestazioni, che hanno caratterizzato la «Settimana dannunziana», promossa per il 150° dalla nascita del Vate, una breve riflessione per dire, con enorme soddisfazione, che il risultato tanto cercato e auspicato è stato raggiunto: Pescara ha riscoperto nella sua pienezza Gabriele d’Annunzio e, soprattutto, ha riscoperto se stessa come Città autenticamente dannunziana, moderna, ma ricca di memoria, protesa verso l’impresa, ma ben consapevole del suo presente. L’ho avvertito distintamente nella partecipazione popolare a qualunque avvenimento abbiamo proposto e offerto al territorio, per svelare ai più ogni aspetto del Vate; l’ho visto negli occhi attenti dei ragazzi che hanno partecipato all’apertura di mostre o al convegno internazionale di Studi; l’ho letto nelle cronache giornalistiche degli ultimi sette giorni straordinari, che hanno catapultato su Pescara l’attenzione dei media nazionali e internazionali. La «Settimana dannunziana» è stata una scommessa per la nostra Amministrazione Comunale, così come la scelta di attribuire alla Città stessa, ormai tre anni e mezzo fa, il marchio di qualità «Pescara Città dannunziana». Nulla nell’organizzazione è stato lasciato al caso, grazie anche alla preziosa collaborazione del professor Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione del Vittoriale degli Italiani: l’omaggio ai genitori del Vate, ha consentito a molti di scoprireche la madre di d’Annunzio, donna Luisa, era sepolta nella nostra Cattedrale cittadina. La mostra «Quando l’Alba s’innammora» allestita dalla Sovrintendenza nel Museo-Casa natale di d’Annunzio, in corso Manthonè, ha permesso alla Città di incuriosirsi sulla figura del poeta quando ancora era un bambino, con il suo zaino, la divisa del Collegio Cicognini, le sue matite. Selezionatissimi e di rilievo internazionale i relatori del Convegno che ha visto la presenza di oltre 2mila persone all’Aurum, per due giornate in cui il Vate è stato protagonista valorizzato in ogni suo aspetto, dal soldato, al letterato, al poeta sino al d’Annunzio moderno, con un’incursione nel mondo del web che ci ha visti partner dell’Università di Chieti-Pescara per una giornata dedicata ai nostri ragazzi. E la partecipazione popolare è stata straordinaria, tanto da indurre un collezionista privato, Licio Di Luzio, a mettere a disposizione della collettività i suoi documenti, unici, talvolta anche inediti. In ultimo un’iniziativa che porterà il nome di Pescara nel libro dei Guinness per aver realizzato il Parrozzo dei Record. La conclusione è solo una: Gabriele d’Annunzio si è rivelato il miglior brand per la sua città natale. È stato, ancora una volta il grande comunicatore che, anche in occasione dei suoi 150 anni, ha saputo calamitare su di sé l’attenzione internazionale dei media, accorsi questa volta nella sua Città, Pescara, non per assistere a un lancio di volantini, ma per scoprire cosa di nuovo, ancora oggi, a 150 anni dalla nascita, a 75 anni dalla sua morte, d’Annunzio potesse raccontare e lasciare alle nuove generazioni. E per giorni d’Annunzio, tornato nelle prime pagine dei giornali nazionali e internazionali, tornato a occupare prepotentemente spazi nelle maggiori trasmissioni televisive, ha portato con sé la sua Città, quella Pescara che ha saputo restituire al Vate il rilievo che meritava. Posso affermare che la «Settimana dannunziana» ha offerto solo un assaggio dell’Anno dannunziano che si è aperto lo scorso 12 marzo, un anno che, per volontà della nostra Amministrazione, sarà ispirato e dedicato alla Pescara di d’Annunzio, a quei luoghi che ne hanno ispirato l’arte e la vita, e che troveranno nuova vita in quelle iniziative che già stiamo mettendo in cantiere per la quarta edizione del Festival internazionale dannunziano, rassegna che apriremo il 20 luglio con un evento straordinario: la presentazione per la prima volta a Pescara dei finalisti del prestigioso Premio Letterario Campiello».

Firmato Luigi Albore Mascia

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