IL SULMONA CINEMA FESTIVAL CHE COMPIE TRENT’ANNI

Quest’anno iSulmona Cinema Festival, che comincia oggi pomeriggio alle 16.30 nella Sala Pacifico, sempre immaginosamente diretto da Roberto Silvestri, compie trent’anni. Un compleanno importante e quantomai meritato. Per l’0ccasione, Silvestri ha voluto dedicare la rassegna a Roberto Nicolini, l’inventore dell’estate romana, scomparso di recente.
Ma venendo al concorso. In lizza per gli Ovidio d’Argento, Otto opere prime o seconde cooptate nel panorama del cinema indipendente italiano e realizzate da autori di origini italiane che lavorino in Italia o all’estero, “costretti all’esilio”. Sguardi rigorosamente originali e anticonformistici che si intrecciano. Due quest’anno i presidenti di giuria che coordineranno gli studenti e le studentesse provenienti dalle università di Bologna, Roma e Pescara, dalla Scuola Nazionale di Cinema dell’Aquila e dal Centro Sperimentale di Roma: il regista Renato De Maria e l’attore e regista Luigi Lo Cascio.

Saranno poi proiettate cinque opere attraverso le quali, muovendo dall’esperienza delle Cooperative Libera Terra, si intende dispiegare il tema delle nuove legalità come forme di convivenza civile in quei territori del sud Italia maggiormente esposti alle infiltrazioni mafiose. I film in questione sono: Oltre Gomorra di Aldo Zappalà, Schiaffo alla mafia di Stefania Casini, L’era legale di Enrico Caria, Un mito antropologico televisivo di malastrada.film, Munnizza di Licio Esposito e Marta Del Prato.

La serata finale dell’8 dicembre sarà aperta da una performance in omaggio a Carmelo Bene per il decennale della sua morte: ‘Modi diversi di resuscitare (BENE) in versi – Salita al monte Carmelo’, con la regia di Pietro Faiella.

“Il cuore del Festival – scrivono gli organizzatori – è un concorso di opere prime e seconde, accompagnate da sezioni ispirate a temi estratti dalle necessità urlanti della società in cui viviamo tutti i giorni. Quest’anno è più che mai la questione della legalità a imporsi, mentre osserviamo come la criminalità organizzata sia penetrata senza difficoltà nelle più alte istituzioni pubbliche, ovvero come concepire una ‘nuova legalità, come costruire un altro, più giusto sistema di regole, come passare dall’indignazione per la slegalità dilagante che ci circonda, ai controlli sociali possibili e dal basso (di Wall Street, delle leggi elettorali, dei consigli regionali, fino ai sistemi di finanziamento delle cinematografie nazionali e transnazionali…)”.

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